5° Cervignano Film Festival, 19-24 settembre 2017, Cervignano del Friuli
Un Buddha poco sereno
Un mondo in bilico a cui basta un attimo perché si rompa il quotidiano flusso delle cose. Basta un semaforo rosso per incrinare l’equilibrio. Questo racconta Red Light, opera di Toma Waszarow in cui il conducente di un autobus rimane fermo ad un incrocio perché il semaforo non funziona e ciò genera un conflitto inimmaginabile.
Toma Waszarow poggia il suo sguardo sui passeggeri di un surreale autobus, ognuno con la propria storia, con la propria vita da continuare, con le proprie urgenze; la vita di uno si ripercuote su quella di tutte. C’è chi deve portare a casa la frutta, chi deve raggiungere la nuora che sta per partorire, chi esce semplicemente per fare le commissioni di ogni giorno. Il regista osserva questi personaggi con simpatia e ironico cinismo, dimostrando come l’essere segregati in un piccolo spazio sia generatore di dinamiche, porti a galla la vera natura delle persone – ognuno reagisce in maniera diversa al momento e alla situazione -, mettendo in scena così una commedia gustosa e surreale. Dall’altra parte il racconto del conducente segue un percorso diverso: il creatore di disagio viene fino alla fine “messo in ombra”, lo si vede di spalle, di profilo, poche volte frontalmente come se fosse meno importante degli altri, spettatori di questa assurda “tragedia” quotidiana, come se ci fosse in lui qualcosa da nascondere – che scopriremo solo alla fine -, da portare a galla poco a poco. L’uomo, rigoroso osservatore della legge, proprio con la sua ottusa ed egoistica severità diventa comico rappresentante di una regola male interpretata e male applicata. Il suo corpo inerte, ma pronto a compiere i gesti meccanici del suo lavoro (azionare i comandi, aprire il finestrino), mollemente adagiato sul sedile è quello di un Buddha privo di serenità e di ascetismo propri di colui che ha raggiunto il massimo grado di illuminazione, è carico invece di rigidità, fissità e solitudine di colui che ha raggiunto il massimo grado di “disperazione”, solitudine e egoismo. C’è una linea di separazione tra l’uno e gli altri, come se il conducente si fosse rinchiuso in una bolla di sapone; imprigiona sì i passeggeri – bloccati senza possibilità di uscita – però allo stesso tempo li tiene lontani da sé. Da una parte c’è l’immobilità “pericolosa” dell’uomo, dall’altra il movimento altrettanto goffamente pericoloso degli altri che si fa di minuto in minuto più violento, e tra gli uni e gli altri c’è l’autobus fermo che tiene tutto insieme. Una minuscola cosa, un semaforo rosso bloccato, oltre al quale si passa con levità, diventa gigantesca falla. Red Light è una piccola storia tragicomica in cui emerge chiaramente la solitudine dell’uomo moderno, la deriva di una mala interpretazione delle regole.
Red Light [Na Cherveno, Bulgaria/Croazia 2016] REGIA Toma Waszarow.
CAST Tsvetan Daskalov, Plamena Getova, Yavor Borissov, Vulcho Kamarashev.
SCENEGGIATURA Toma Waszarow, Viktor Dessov. FOTOGRAFIA Martin Balkansky. MUSICHE Toma Waszarow.
Commedia, durata 21 minuti.