La società dello spettacolo
È un film sfuggente Nocturama, che cerca l’invisibilità, che prova a nascondersi; rifiutato a Cannes per – si dice – motivi politici, non sembra (ancora) avere, comunque sia, la spinta necessaria per assurgere a culto.
Forse perché è un film intelligente, ficcante per quanto riguarda il contenuto, ma dallo stile essenzialmente pacato. Un film che non fa rumore nemmeno quando lo si guarda, scivola lentamente, è timoroso, un po’ come i suoi protagonisti: un manipolo di giovani che si improvvisa terrorista e che prova a mettere sottosopra Parigi piazzando esplosivi in alcuni dei suoi luoghi simbolici, ma che non capisce tutto sommato per quale motivo stia compiendo un atto così scellerato. Bonello si dimostra astuto nel condurre questo gioco perverso: prima ci spiazza senza dichiarare minimamente i suoi intenti, facendo scorrere il film attraverso il pedinamento di ognuno dei protagonisti, poi comincia ad estetizzare l’immagine elaborando delle inquadrature alle quali aggiunge dettagli simbolici, e infine scompone il tempo dell’azione attraverso flashback subdoli e cambi di prospettiva improvvisi e reiterati. Tutto quanto per permetterci di non spostare mai troppo l’attenzione sulle due cose più importanti del suo discorso: i corpi e i (non) luoghi. Da una parte i ragazzi, dall’altra gli spazi che provano ad abitare. E man mano che il tempo passa, una sensazione di claustrofobico nichilismo è ciò che prende il sopravvento: gli stessi oggetti con i quali interagiscono, sono ciò che li intrappolerà e cambierà la loro forma, costringendoci a realizzare molto rapidamente un’assonanza con il cinema di Romero; l’ultima parte ambientata all’interno dei grandi magazzini è infatti insieme prosecuzione e ribaltamento della lezione del maestro, con i giovani che assaporano un barlume di autocoscienza e gli spettri delle forze speciali dell’esercito che appaiono come presenze glaciali e demoniache, pronte a manifestare sui fisici degli acerbi uomini e donne il tocco gelido di una morte prematura e impossibile – a quell’età – anche solo da immaginare. È un film imponente Nocturama, perché ci costringe a fare i conti con ciò che siamo, con ciò che non vorremmo mai essere: una generazione di involucri vuoti che non hanno la più pallida idea del perché vaghino su questa terra. È la fine delle emozioni, il principio della reale ansia della società dello spettacolo, dove l’accumularsi di tutto quello che ha che fare con la materia è la vera rappresentazione del consumismo come crimine perfetto. D’altronde, il saggio lo annunciava: quando non ci sarà più posto all’inferno, le fabbriche produrranno merci sulla terra.
Nocturama [Id., Francia/Belgio/Germania 2016] REGIA Bertrand Bonello.
CAST Finnegan Oldfield, Vincent Rottiers, Hamza Meziani, Manal Issa, Martin Guyot. SCENEGGIATURA Bertrand Bonello. FOTOGRAFIA Leo Hinstin. MUSICHE Bertrand Bonello.
Drammatico/Thriller, durata 115 minuti.
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