4° Sole Luna Treviso Doc Film Festival, 11 – 17 settembre 2017, Treviso
Un uomo, una donna e comizi d’amore ruandesi
“Je vais vous conter une histoire”: così inizia L’Eau sacrée, il documentario di Olivier Jourdain in concorso alla quarta edizione del Sole Luna Doc Film Festival, che racconta attraverso la voce di Vestine, una speaker radiofonica, e di uomini e donne ruandesi, il piacere femminile.
Come acqua di fonte, onda marina, pioggia vivificatrice, l’“umore” sgorga dal corpo della donna e questa metafora (acqua = kumyaza, eiaculazione femminile) accompagna lo spettatore in un percorso alla scoperta del grande Mistero. Jourdain dà forma ad una sorta di Comizi d’amore pasoliniani immerso in un mondo naturale (eau) in cui però si sostanzia una dimensione spirituale (sacrée) di quell’acqua sacra che è “une fontaine de jouvence”, “une source de joie” e allo stesso tempo tutta terrena in una cultura immaginifica e leggendaria. Si narra infatti che mentre il marito era in guerra, la regina ordinasse al servo di giacere con lei, ma l’uomo spaventato tremava e proprio con questi tremori provocava durante l’amplesso l’eiaculazione femminile. Nei racconti dei protagonisti del documentario non manca la forza della parola che acquista ancor più valore sulla bocca inaspettata che si esprime attraverso la chiarezza della fisiologia: la vagina e il clitoride diventano totem di un mistero e di un piacere che si fanno “tangibili” sullo schermo. Il corpo della donna “vibra” davanti alla telecamera nelle parole degli uomini e delle donne ruandesi: da una parte i maschi con le loro mani, le loro labbra mostrano come l’organo femminile suoni una musica spiegando così lo sconosciuto attraverso il conosciuto, dall’altra il femminino chiede, interroga e cerca risposte sulla propria intimità risolvendo così anche i problemi di coppia. È questa una donna che desidera, vuole desiderare e aspetta di desiderare, e in questo fiume Caronte, trait d’union dell’intenso viaggio è Vestine, che con la sua forza comunicativa dirompente e coinvolgente si fa strada nelle camere da letto, sotto le coperte dei suoi ascoltatori e del suo uditorio, nei corpi di quegli uomini e di quelle donne senza nessun tipo di pruderie. Non c’è la vergogna propria della cultura occidentale intrisa spesso di moralismo e di religione castrante e punitiva, nei discorsi di quel vulcano pieno di ironia c’è tutta la richiesta consapevole di una sessualità vissuta con leggerezza e senza colpe. È proprio in questa sessualità libera e naturale che si esplicita la complementarietà uomo-donna sia in senso sessuale – entrambi parlano della sacralità dell’eiaculazione femminile percepita dal proprio punto di vista – sia in senso stretto – sono due facce della stessa medaglia. L’Eau sacrée è un canto pieno di lirismo e di umorismo in cui conflagrano armoniosamente tutti gli elementi della cultura e della tradizione ruandesi, dove il sesso e gli amanti vivono un equilibrio appagante al cui centro c’è il piacere femminile.
L’Eau sacrée [Id., Belgio/Ruanda 2016] REGIA Olivier Jourdain.
SOGGETTO Olivier Jourdain. FOTOGRAFIA Christophe Rolin, Olivier Jourdain. MONTAGGIO Mélanie Leclech, Mathieu Piérart.
Documentario, durata 55 minuti.