Una scarpetta in fondo al mare
Per quei legami che spesso uniscono film diversi tra loro, a Venezia 74 abbiamo trovato due riletture di Napoli, dei suoi archetipi e dei suoi mali atavici filtrate attraverso le maglie del genere: in concorso il frenetico musical Ammore e malavita dei Manetti Bros. e in “Orizzonti” la poetica ma non innocua animazione di Gatta Cenerentola di Ivan Cappiello, Marino Guarnieri, Alessandro Rak e Dario Sansone.
Se aggiungessimo la cinica e politicamente scorretta black comedy Brutti e cattivi di Cosimo Gomez, ambientata a Roma e presentata sempre in “Orizzonti”, avremmo un trittico di opere che affrontano i lati più periferici di due città per certi aspetti smili. Il film del quartetto di registi è la seconda sfornata dalla Mad Entertainment che alza la posta dopo il successo de L’arte della felicità e realizza un film ambizioso sotto più punti di vista: per il suo voler essere allegoria sociale come per il complesso tratto grafico, talvolta impreziosito da un certo horror vacui; per come lega un contesto futuristico alla dolcezza classica della fiaba e per come unisce la poesia alla concretezza dello sguardo sulla città partenopea. Facendo centro. Ispirato alla fiaba di Giambattista Basile contenuta nel Cunto de li cunti, a sua volta basata sul racconto popolare che ispirerà le più celebri versioni di Perrault e dei Grimm, è quasi totalmente ambientato sulla “Megaride”, nave di lusso ormeggiata nel porto di Napoli. Lì, in un futuro prossimo, cresce la giovane Cenerentola, figlia di un visionario imprenditore che proprio sulla nave voleva creare una realtà rivoluzionaria da cui partire per cambiare il volto alla città, finendo però per venire ucciso. La giovane cresce con la matrigna e le sorellastre (non più due, ma cinque, tra cui due gemelle e un travestito). Sullo sfondo camorra, degrado, corruzione, prostituzione e spaccio di droga, tutti simboleggiati dal gigione mariuolo dalla bella voce detto “O’ Re”. Certo, non mancano passaggi narrativi claudicanti e i dialoghi sono perlopiù troppo impostati o accademici (l’unico vero difetto del film); questo importa però relativamente perché Gatta Cenerentola, almeno per quanto riguarda il lungometraggio, alza l’asticella dell’animazione italiana. Funziona la cupezza di fondo, a cui però non manca il sottofondo di speranza. Due toni simboleggiati dalle due soluzioni grafiche più interessanti: il pulviscolo, vero leitmotiv grafico che rende ancor più opprimente l’atmosfera, e gli oleogrammi, di ispirazione ghibliana, che riecheggiano il passato e allo stesso tempo garantiscono il futuro e la speranza. Affascinante, duro – con momenti di violenza esplicita – e poetico, non è un film d’animazione per adulti e bambini, ma ai primi conviene non perderlo.
Gatta Cenerentola [Italia 2017] REGIA Ivan Cappiello, Marino Guarnieri, Alessandro Rak, Dario Sansone.
CAST (DOPPIATORI) Massimiliano Gallo, Maria Pia Calzone, Alessandro Gassmann, Renato Carpentieri, Mariano Rigilo.
SCENEGGIATURA Ivan Cappiello, Marino Guarnieri, Alessandro Rak, Dario Sansone, Marianna Garofalo, Italo Scialdone. MUSICHE Antonio Fresa, Luigi Scialdone.
Animazione, durata 86 minuti.