36° Premio Sergio Amidei, 13 – 19 luglio 2017, Gorizia
SPECIALE PREMIO AMIDEI
Vieni con me, amò, sul Grande Raccordo Anulare
Cuori puri, esordio alla regia di Roberto De Paolis, inizia e finisce con una corsa. Entrambe le corse hanno una duplice valenza metaforica, apparentemente contrastante e che in realtà riassumono il senso profondo del film.
Da un lato infatti sono corse inutili, vie di fuga impossibili da una realtà, quella dell’estrema periferia romana dove il disagio autoctono convive con il disagio dei migranti, estremamente vincolante – che sia dal punto di vista “coatto” di lui, o da quello della comunità cattolica un po’ estrema di lei -, e dall’altro simboleggiano le occasioni con cui i due protagonisti trovano e capitalizzano quella che può essere una via di fuga ideale, in grado perlomeno di far prendere coscienza: l’avvicinamento e l’attrazione con arricchimento reciproco. Banalmente, la storia d’amore che costituisce lo scheletro della narrazione. Cuori puri è infatti un film, se dovessimo trovare una definizione, sentimentale, che innesta con pudicizia ed efficacia gli elementi del melodramma giovanile nella cornice del realismo “borgataro”, mettendo però in evidenza il primo aspetto, e in un piano certamente necessario, ma anche in qualche modo strumentale, il secondo. È un film in cui la rappresentazione della realtà e del contesto sociale dipendono dal racconto dell’interiorità dei due protagonisti, come è avvenuto in una manciata di recenti opere italiane che hanno cercato un approccio originale, meno votato al realismo tradizionale e più all’introspezione dei personaggi che del contesto sono vittime, verso l’impegno sociale. Si veda l’esempio di una pellicola dalle tematiche differenti, ma sotto più punti di vista imparentata con l’esordio di De Paolis: Il padre d’Italia di Fabio Mollo, dove il precariato e la questione della genitorialità omosessuale emergono dal racconto di due individualità alla deriva che trovano nell’altro un’ancora di salvezza. In entrambe le opere due personalità completamente opposte incontrandosi si mettono in gioco e modificano il loro sguardo sulla realtà: in Cuori puri Stefano capisce i limiti del razzismo e dell’intolleranza e Agnese impara a comprendere un modo di vivere che prima rifiutava. Entrambi riescono così a superare i confini mentali imposti dal contesto e trovano il modo di esprimere il proprio disagio (qui sta la “purezza” del titolo) rispetto alle regole imposte dalla realtà vista da quel Gran Raccordo Anulare un po’ ai confini del mondo. De Paolis gestisce l’equilibrio tra vicenda sentimentale e testimonianza documentaria con uno sguardo pudico e asciutto, efficace, nonostante un paio di passaggi narrativi non ben gestiti (il prefinale su tutti), sia raccontando il tortuoso rapporto tra i due che documentando la borgata romana e le sue problematiche.
Cuori puri [Italia 2017] REGIA Roberto De Paolis.
CAST Selene Caramazza, Simone Liberati, Barbora Bobulova, Stefano Fresi, Edoardo Pesce.
SCENEGGIATURA Roberto De Paolis, Luca Infascelli, Carlo Salsa, Greta Scicchitano. FOTOGRAFIA Claudio Cofrancesco. MUSICHE Emanuele De Raymondi.
Drammatico/Sentimentale, durata 114 minuti.