Retorica del sacro
Fischiato a Cannes e perentoriamente stroncato dalla critica, il nuovo film di Sean Penn adotta soluzioni retoriche piuttosto audaci in relazione all’argomento trattato. Non è semplice, infatti, mettere in scena in modo efficace un soggetto sulle guerre civili dell’Africa subsahariana (in questo caso Liberia e Sud Sudan), ancor più se la sceneggiatura espunge tutti gli elementi politici e sceglie di soffermarsi sulla risposta emotiva a orrori, massacri, fame e povertà.
La vicenda vede protagonisti Wren Petersen (Charlize Theron), direttrice di un’ONG, e Miguel Leon (Javier Bardem), chirurgo che lavora nei campi di battaglia nelle zone di guerra. I due si incontrano in una Liberia falcidiata dalla guerra civile, ed entrambi fanno quello che possono, con i pochi mezzi che hanno, per dirimere la situazione preoccupante degli abitanti. Wren e Miguel, da subito, iniziano una relazione passionale, la quale, anche a causa di divergenze sulle strategie da adottare sul campo, diviene presto tormentata e rischia di compromettere il loro lavoro. In alcuni casi la critica ha giustamente evidenziato la leggerezza con cui la sceneggiatura mette in parallelo (in modo evidente anche nella didascalia iniziale) una banale relazione amorosa con la tragedia della guerra civile. Anche se questo problema etico in effetti pare (forse un po’ troppo sottotraccia) emergere anche nei turbamenti del personaggio di Wren, è pur vero che la messa in scena e lo stile registico non fanno nulla per trattare l’argomento in maniera delicata. Anzi, si gioca la carta del “sacro” e del “poetico” come strategia di adesione al narrato. «There is nothing sacred to you…»; «Everything is sacred to me». Questo scambio di battute è tra Wren e Miguel, quando quest’ultimo tenta di baciarla subito dopo un cesareo d’emergenza, in strada, dopo un attacco dei ribelli, con del whisky come disinfettante. In Il tuo ultimo sguardo forse di sacro c’è pure troppo, visto che si indugia in soluzioni registiche enfatiche, fatte di ralenti, di primissimi piani, di stacchi virtuosi, di flou, di ricerca ossessiva del sublime. Tale approccio retorico − che insegue un “cinema di poesia” legato alla forma piuttosto che al profilmico − sovrabbonda in ogni sequenza e nella maggioranza delle scene. Ne consegue un prodotto involontariamente manierato, quasi privo di quelle sequenze di raccordo che danno respiro al film e che, un po’ crocianamente, ricerchiamo.
Il tuo ultimo sguardo [The Last Face, USA 2017] REGIA Sean Penn.
CAST Charlize Theron, Javier Bardem, Adèle Exarchopoulos, Jared Harris, Jean Reno.
SCENEGGIATURA Erin Dignam. FOTOGRAFIA Barry Ackroyd. MUSICHE Hans Zimmer.
Drammatico, durata 131 minuti.