18° shorTS – International Shorts Film Festival, 1 – 8 luglio 2017, Trieste
Il sentire dei migranti
Una ex fabbrica dismessa. Due gruppi di senegalesi immigrati in Europa in cerca fortuna. Una Barcellona escludente e ghettizzante, completamente diversa da quella a cui siamo abituati, da cartolina, accogliente e inclusiva.
Niente colore. Nessuna danza sfrenata nella città raccontata da Pierpaolo Verdecchi nell’intenso e asciutto Babylonia Mon Amour – prodotto dalla triestina OPS! Film −, uno dei sette film in concorso nella sezione Nuove Impronte al ShorTS International Film Festival (quella di ieri sera è stata la prima proiezione ufficiale). È un approccio diverso e insolito quello di Verdecchi che si mette nei panni del migrante, camminando nelle sue scarpe, vivendo le sue giornate. Fin dall’incipit (l’azione repressiva della polizia ai danni di un gruppo di immigrati) si comprende bene che l’intento del regista è quello di cambiare direzione, inserirsi tra le pieghe di un conflitto aperto, penoso e tragico e cercare, per quanto possibile, di narrarlo. Verdecchi si cala con un bianco e nero elegante negli “squat” dei BayeFell, una confraternita islamica e mostra un corpo a corpo tra società ospitante e l’ospitato, tra integrazione e la mutazione e così sposta lo sguardo sull’Altro infilandosi proprio lì, in quel limbo in cui capire e capirsi diventa discorso sociologico e antropologico. Mentre ci sono distanze gigantesche tra i ragazzi senegalesi e i barceloneti, non ve ne è nessuna tra le comunità e il regista; emerge con forza commovente la fiducia tra chi è narrato e chi narra. Verdecchi entra in contatto con i due gruppi, si fissa nei loro occhi percependone rabbia, disperazione e dolore e non li lascia andare fino alla fine. La rabbia per il modo in cui la gente li vede, la disperazione di chi si aspettava qualcosa di diverso, il dolore per chi è rimasto indietro. Il suo occhio si fa obiettivo fotografico – Verdecchi viene proprio dalla fotografia −, immortala un momento preciso, blocca un istante indimenticabile e lo eternizza. Babylonia Mon Amour è un documentario intimo che inquadra i silenzi pesanti e ingombranti, come le urla degli scontri, laceranti e amari, che pedina i viaggi estenuanti alla ricerca di un lavoro e i momenti di quiete, che registra le riflessioni crude e risentite, come i ricordi, pesanti come macigni. Babylonia Mon Amour è un’opera necessaria in un momento in cui il tema dell’immigrazione è quanto mai urgente; davanti ai nostri occhi prende la forma di un rap di denuncia e di ribellione ma con l’intimismo di una ballata struggente.
Babylonia Mon Amour [id., Italia/Spagna 2017] REGIA Pierpaolo Verdecchi.
SOGGETTO Pierpaolo Verdecchi. FOTOGRAFIA Pierpaolo Verdecchi. MUSICHE Francesco Morosini.
Documentario, durata 72 minuti.