Il Cinema Ritrovato – XXXI edizione, 24 giugno – 2 luglio 2017, Bologna
Un film rappresentativo
Quest’anno Il Cinema Ritrovato di Bologna ha dedicato una sezione al rapporto tra Colette e la Settima Arte, proiettando – tra gli altri – anche Ragazze in uniforme di Léontine Sagan, film tedesco del 1931 di cui la scrittrice transalpina curò i sottotitoli francesi, contribuendo al lancio della pellicola.
L’opera è ambientata in un collegio femminile diretto da una donna severa e austera che impone alle ragazze un’educazione rigida e di stampo quasi militare. In tale contesto, Manuela – una delle studentesse dell’istituto – s’innamorerà di von Bernburg, l’insegnate più empatica e affettuosa della scuola, suscitando così lo scandalo e l’intolleranza delle autorità. Considerato uno dei titoli fondamentali della storia del “cinema gay e lesbico”, il lavoro in questione è in realtà anche un significativo esempio della più importante filmografia tedesca dell’epoca, tanto per il linguaggio adottato quanto per le problematiche affrontate. Qui, infatti, se da un lato la rigidità della direttrice e delle sue regole può forse e in parte essere interpretata come un indiretto riflesso delle tendenze autoritarie della Germania del periodo, dall’altro la maniera esplicita con cui viene trattata l’omosessualità delle protagoniste non è completamente inedita nel cinema tedesco pre-nazista, basti pensare a opere mute come Diverso dagli altri e Michael – Desiderio del cuore. Ma oltre e più che per i suoi contenuti, Ragazze in uniforme andrebbe ricordato per la regia dell’austriaca Léontine Sagan, la quale – pur non avendo magari la stessa genialità di un Murnau o di un Pabst – dimostra di padroneggiare ottimamente i dispositivi narrativi e linguistici del mezzo. Questo a cominciare dal modo mai forzato con cui alterna toni leggeri a toni drammatici e dall’ottima gestione della coralità della storia, ottenuta con l’equilibrata attenzione data ad ognuno dei tanti personaggi e con la sempre meticolosa disposizione delle figure nello spazio, spesso concepita in funzione drammatica. Una cura formale che emerge inoltre nei frequenti, sottili e motivati movimenti di macchina e dal particolare uso del montaggio parallelo, a volte adottato per fini sarcastici (si pensi alla sequenza della discussione sull’alimentazione delle ragazze), altre per sottolineare il desiderio e l’amore provato dalle protagoniste. Ed è proprio l’attenzione con cui la vicenda viene narrata e messa in scena a rendere Ragazze in uniforme un film al tempo stesso raffinato e incisivo, stratificato e intenso, che andrebbe ricordato come uno dei piccoli gioielli del cinema tedesco che va, parafrasando Kracauer, da Caligari a Hitler.
Ragazze in uniforme [Mädchen in Uniform, Germania 1931] REGIA Léontine Sagan.
CAST Hertha Thiele, Gertrud de Lalsky, Dorothea Wieck, Emilie Unda, Marte Hein.
SCENEGGIATURA Christa Winsloe, F.D. Andam. FOTOGRAFIA Reimar Kuntze, Franz Weihmayr. MUSICHE Hansom Milde-Meißner.
Drammatico, durata 86 minuti.