SPECIALE FRATELLI COLTELLI
Due sorelle della stessa famiglia
“Le ricadute fanno inevitabilmente parte del processo di guarigione. E in quelle vado davvero forte”. Mai dichiarazione fu più sincera per la giovane, instabile e problematica Kym – un passato da tossicodipendente finito in tragedia familiare causando la morte del fratellino Ethan – in libera uscita dalla clinica di recupero per partecipare al matrimonio della sorella maggiore Rachel.
Il suo arrivo nella casa paterna sconvolge l’apparente calma del lieto evento, facendo riaffiorare tensioni mai sopite. Kym cerca di riallacciare i rapporti interrotti con i propri cari, ma al peso del doloroso passato ogni membro della famiglia ha reagito in modo diverso: il padre sviluppando una forma di eccessiva protezione e accondiscendenza nei confronti della fragile figlia; la madre nascondendo astio e sofferenza dietro una freddezza gentile, piena di distacco e formalità; Rachel in bilico tra l’affetto per la sorella e il rancore profondo per l’incidente del fratellino, di cui la ritiene responsabile, e per le attenzioni che Kym ha ricevuto dai genitori e che a lei invece sono sempre state negate. A margine dei rapporti familiari, il cuore del film, scorre l’America quotidiana della provincia benestante: il calore della famiglia afroamericana dello sposo, i preparativi per una cerimonia di nozze in stile indiano – kitsch, va da sé – nella grande casa tra i boschi del Connecticut, la presenza partecipe della musica (non una novità nel cinema di Jonathan Demme) suonata direttamente in scena. L’aspetto più interessante del film è la relazione tra Rachel e Kym, il loro legame profondo e contraddittorio: due persone che si vogliono troppo bene per dirsi tutto e quindi non possono fare altro che ferirsi, quando tutti i sentimenti mai espressi, i sensi di colpa e la rabbia di Kym, le insicurezze della più matura Rachel, riaffiorano impetuosamente senza più freni e frasi di circostanza. La sorella maggiore non ha mai perdonato alla minore gli anni e gli eccessi della tossicodipendenza, mentre Kym – lucida, ma ancora instabile – non sopporta più il ruolo da “pecora nera” della famiglia e, pur schiacciata da un senso di colpa che le consente di vivere, ma non di dimenticare, reclama una rinnovata fiducia che però non dimostra fino in fondo di meritare. La regia di Demme asseconda l’irrequietezza della sua protagonista (una convincente Anne Hathaway) attraverso la mobilità della macchina a mano, e segue il ritmo emotivo della storia, lasciando spazio all’improvvisazione, quasi attendendo il susseguirsi irregolare dei momenti di calma e di tempesta, come fossero note di una partitura musicale suonata dalla vita che l’occhio della cinepresa deve solo catturare.
Rachel sta per sposarsi [Rachel Getting Married, USA 2008] REGIA Jonathan Demme.
CAST Anne Hathaway, Rosemarie DeWitt, Debra Winger, Mather Zickel.
SCENEGGIATURA Jenny Lumet. FOTOGRAFIA Declan Quinn. MUSICHE Donald Harrison Jr., Zafer Tawil.
Drammatico, durata 113 minuti.