ATTENZIONE! SPOILER!
La ribellione
La quarta stagione ci aveva lasciati in sospeso, in bilico su una scelta che avrebbe cambiato tutto, sicuramente tutta la vita della povera Dayanara. E così la decisione viene presa e la vita all’interno della prigione cambia, ancora, e forse in modo irreparabile.
Anche se lo sfondo si modifica, le tematiche sono sempre la stesse: la maternità – vissuta a metà stando dietro le sbarre –, l’amore con tutte le sue sfaccettature, la violenza e l’odio che cambiano le persone andando a intaccare anche chi sta attorno come una brutta malattia contagiosa. Forse però quella che più commuove e appassiona in questa quinta stagione è proprio l’argomento maternità. Le nostre protagoniste sono capaci di dirigere una rivolta per la rabbia di dover stare ancora per molto tempo ingiustamente lontane dai propri figli, oppure sono disposte a tradire le amiche di prigione per poter andare dal figlio malato, picchiato dai bulli e ridotto in un letto di ospedale. Ma ci sono anche altre mamme, quelle che stanno fuori, che osservano la rivolta dall’esterno sapendo che le proprie figlie sono dentro, che – anche se sono figlie “sbagliate” – sono le loro bambine, in pericolo e che non vanno abbandonate neanche in questo momento. Abbiamo anche nuove genitrici: una radiosa Lorna, che in stile Vergine Maria scopre un’inaspettata gravidanza, un’altra trascorsa dietro le sbarre. Ma abbiamo anche mamme che si dimenticano di esserlo, facendosi coinvolgere completamente da una vita fittizia come quella in prigione, dimenticandosi che ne esiste un’altra al di fuori, una vita in cui i tuoi figli crescono e guardano le tue azioni lasciandosi influenzare. Madri di ogni tipo, donne che per quanto forti e determinate sono disposte a qualsiasi cosa per un abbraccio al proprio bambino. Di pari passo Jenji Kohan porta avanti per tutta la serie la tematica dei diritti: i diritti di chi sbaglia ma che comunque rimane un essere umano, il diritto alla vita e a una vita dignitosa, ad assistenza sanitaria ma anche a guardie competenti che sappiano come comportarsi, non ragazzini impauriti lanciati in una realtà più grande di quella che possono sopportare − argomento spinoso e attualissimo sia negli Stati Uniti che nel nostro Paese. Perché è facile sentirsi potenti, capaci di sostituirsi a Dio quando si può decidere della vita di molte persone indifese che per la società valgono poco, alla mercé di omuncoli traumatizzati che sfogano la loro rabbia e la propria superiorità fisica. Una quinta stagione che, come ormai Orange Is the New Black ci ha abituati, ci lascia in sospeso, in un limbo in cui alcuni dei personaggi più forti e caratterizzati, compresa la pseudo protagonista Piper, rimangono in attesa, aspettando come noi la sesta stagione, con ansia e molte aspettative.
Orange Is the New Black [id., USA 2013-in corso] IDEATORE Jenji Kohan.
CAST Taylor Schilling, Kate Mulgrew, Laura Prepon, Samira Wiley, Natasha Lyonne.
Commedia/Drammatico, durata 51-52 minuti (episodio), stagione 5.