Il Cinema Ritrovato – XXXI edizione, 24 giugno – 2 luglio 2017, Bologna
Dentro i casi della Storia
Tra le molte, ottime proposte che la XXXI edizione de Il Cinema Ritrovato di Bologna offre quest’anno allo spettatore, colpisce e gratifica l’omaggio a un cineasta come Bill Morrison, caposaldo del cinema documentario in quel percorso, non facilmente battuto, che asserisce al found footage, il materiale filmico ritrovato.
Un fondamentale ritrovamento è anche al centro di Dawson City – Il tempo fra i ghiacci, già presentato a Venezia e per un breve periodo distribuito nelle nostre sale dalla stessa Cineteca di Bologna. Ma ogni “scoperta” si basa su un antefatto, qui protagonista assoluto: il tempo torna al periodo compreso tra la fine dell’Ottocento e gli anni Venti del Novecento, nel pieno della febbrile “corsa all’oro” americana che vede in Dawson City, tra Dakota e Yukon, Canada, il luogo privilegiato per gettare le fondamenta di una prodigiosa fortuna. È nel corso degli stessi anni in cui il capitalismo trasforma paesaggio e territori, trasferendo un’intera comunità umana da un luogo all’altro del continente, dando alla luce nuove cittadine, e dentro le cittadine i fondamentali cardini della socialità, è in quegli stessi anni di pioneristico insediamento oltre-frontiera che nasce e si sviluppa anche il cinema. Muto, naturalmente, e su pellicole al nitrato altamente infiammabili: comiche, melodrammi e newsreel che raccontano anche di questa sete di ricchezza, nascosta sotto la terra. Film che testimoniavano la nascita di un’altra America, simile o diversa da quella raccontata da Scorsese nei film storici su New York, storie che godevano di un enorme pubblico perché tra le strade di questa civiltà, accanto a banche e bordelli, i cinema fiorivano maestosi e capienti. Troppo costoso però rispedire le pellicole al mittente, meglio iniziare a conservarle in loco. La conservazione le accumula, poi le trascura, poi le dimentica, fino a quando il caso della Storia, dietro all’idea di un singolo uomo che sembra parlare per un’intera psicologia sociale, finisce per sotterrarle nel fondo di una piscina, poi campo di hockey, in un giacimento inimmaginabile preservato dal ghiaccio. Quando, altrettanto casualmente, le pellicole vengono ritrovate, nasce una storia più piccola ma fondamentale, quella attraverso cui Bill Morrison ricostruisce in forma archeologica la magia fantasmatica di un mito del proprio tempo, per molti anni andato perduto. Attraverso un montaggio intenso e una vibrante e ininterrotta partitura musicale curata da Alex Somers, Morrison non rinuncia ad accostare le testimonianze e le immagini sottratte all’oblio, dotando il proprio ordito visivo di un’enorme carica esistenziale. Che senso ha avuto tutto questo cinema oggi consumato dalle corruzioni del supporto? Probabilmente quello di dover essere salvato, per salvare il pensiero e la vita di tutti gli uomini e le donne che ne hanno fatto parte.
Dawson City – Il tempo fra i ghiacci [Dawson City: Frozen Time, USA 2016] REGIA Bill Morrison.
SOGGETTO Bill Morrison. FOTOGRAFIA Bill Morrison. MUSICHE Alex Somers.
Documentario, durata 120 minuti.