SPECIALE LETTERATURA ‘800
Sguardi, lacrime e paesaggi
L’ultima trasposizione cinematografica del capolavoro Jane Eyre, di Charlotte Brontë, opera melodrammatica e gotica a tratti, si distingue per la struttura narrativa a flashback. Rispetto al romanzo, il film di Cary Fukunaga ha inizio con la fuga precipitosa di Jane e il suo primo incontro con Saint-John.
Tutti gli eventi precedenti sono ricordati dalla protagonista in quattro flashback, l’ultimo dei quali occupa gran parte del film. Questa alterazione dell’ordine cronologico del racconto risulta sicuramente apprezzabile, sia per gli spettatori che conoscono il libro, sia per quelli che non lo hanno letto. I primi evitano il rischio, molto alto in questi casi, di assistere a una rappresentazione didascalica e prevedibile. I secondi, invece, possono lasciarsi facilmente intrigare dal passato misterioso della passionale Jane. Come spesso è opportuno fare, nel passaggio dal romanzo al film, si sacrificano alcuni episodi e personaggi. Scompaiono, quindi, Bessie, Eliza, Georgiana, la signorina Temple, Rosamond Oliver e, soprattutto, Grace Poole. La sceneggiatura di Moira Buffini, che già aveva tratto da un graphic novel lo script di Tamara Drewe, riduce all’osso molti dialoghi, eliminando anche il gioco delle sciarade, il travestimento da zingara di Rochester e la parentela di Jane con Saint-John, personaggio che diventa quasi marginale. L’interpretazione della sempre eccellente Judi Dench giustifica lo spazio maggiore guadagnato dalla signora Fairfax: impagabile la sua espressione mentre osserva l’esibizione della stucchevole Varens. Ottimi anche i due attori principali. Un’imbruttita Mia Wasikowska tiene testa perfettamente al solito, impeccabile Fassbender, lontano dalla descrizione fisica di Rochester del romanzo – dove sono gli occhi neri? – ma molto efficace nella sua recitazione fatta di pause e sguardi ben calibrati. La regia alterna soggettive di Jane a campi lunghi o lunghissimi, dove il paesaggio schiaccia e opprime la protagonista, spesso inquadrata in momenti di solitudine e riflessione, accompagnati da una musica strumentale di archi o pianoforte. È il tentativo, in gran parte riuscito, di restituire, attraverso il linguaggio cinematografico ed evitando la voce fuori campo, pensieri e sentimenti dell’immortale eroina britannica.
Jane Eyre [Id., Gran Bretagna/USA 2011] REGIA Cary Fukunaga.
CAST Mia Wasikowska, Michael Fassbender, Judi Dench, Imogen Poots, Sally Hawkins.
SCENEGGIATURA Moira Buffini (tratta dall’omonimo romanzo di Charlotte Brontë). FOTOGRAFIA Adriano Goldman. MUSICHE Dario Marianelli.
Drammatico/Sentimentale, durata 115 minuti.