Torpigna vista dalla Luna
Il drone ha assunto un impatto e un valore significativo all’interno del dispositivo filmico contemporaneo: è un modo per dare un effetto affascinante alle riprese aeree, per riprendere luoghi e dare sontuosi sguardi d’insieme e forse, senza scomodare le teorie sullo sguardo di Dio, per allontanarsi dalla brutalità del mondo.
Fortunata di Sergio Castellitto si apre (e ci torna ripetutamente) proprio con un drone che inquadra il quartiere periferico di Tor Pignattara (Roma Est) semi-deserto mentre un gruppo di cinesi esegue un balletto da musical socialista. Per il regista e per la moglie sceneggiatrice Margaret Mazzantini, la periferia è un luogo esotico in cui ambientare il melodramma di una donna – la Fortunata del titolo – che vorrebbe aprire un salone di bellezza ma che si deve scontrare con la vita, con un marito violento, con le sfortune che rovinano il rapporto con la figlia. Castellitto torna sui territori di Non ti muovere, declinando le proprie aspirazioni pasoliniane (Mamma Roma su tutti) ai colori di Roberta Torre, la nuova ondata di cinema sotto-proletario da Caligari in poi alla sua voglia di calore, colore ed eccessi. L’impressione forte, e non proprio gradevole, è quella di un autore che non conosce la materia di cui parla e la tratta come il resoconto di un turista che della periferia e della sua umanità cerca solo il tocco pittoresco o folcloristico, che non scende mai dal suo piedistallo, anzi lo ribadisce e lo esalta a colpi di drone, lo afferma ripetutamente descrivendo un’umanità senza sfumature, in cui il colore si sostituisce al calore, in cui l’urlo prende il posto del pathos, pretendendo così di mimetizzarsi tra gli “autoctoni” ma restando sempre estraneo. Il personaggio di Accorsi è la chiave per capire la posizione che Castellitto assume verso il film: il corpo estraneo – laureato, colto, conciliante – che osserva, paternalizza e giudica una donna e il suo mondo, fuori parte come il suo attore e come molti dei suoi colleghi evidentemente mal diretti, che quando non sa che pesci pigliare piange, urla e grida. O si accontenta dell’intramontabile Vasco Rossi in colonna sonora. Proprio come Non ti muovere, che aveva però una forte vena drammaturgica e il coraggio di mettere in gioco in prima persona i propri “pregiudizi” di classe. Qui tutto pare più un travestimento, un discutibile sguardo a distanza di sicurezza.
Fortunata [Italia 2017] REGIA Sergio Castellitto.
CAST Jasmine Trinca, Stefano Accorsi, Alessandro Borghi, Edoardo Pesce, Hanna Schygulla. SCENEGGIATURA Margaret Mazzantini. FOTOGRAFIA Gian Filippo Corticelli. MUSICHE Arturo Annechino.
Drammatico, durata 103 minuti.