Ricordi frammentari
Ricordare e documentare sono concetti estremamente legati. Tanto più oggi che la memoria orale si perde nel fiume incessante di informazioni e immagini, sostituita dalla memoria visiva. Per questo motivo, l’assenza di immagini forti, persistenti e ciclicamente riproposte corrisponde ad un sicuro oblio.
Il massacro alla Texas University dell’agosto 1966, ad opera di Charles Whitman, ha sofferto di questa lenta erosione in comune con le altre numerose stragi statunitensi in luoghi pubblici. Keith Maitland, giovane documentarista indipendente, ha voluto contrapporsi a tale flusso e dove non esisteva documentazione ha deciso di crearla, con un linguaggio fresco, mescolando animazione e immagini d’archivio, in una commistione certo non nuova ma che detiene ancora la prerogativa dello stupore. Così i salti diretti tra i vivi colori creati a computer e le tinte granulose di fotografie e servizi tv dell’epoca danno un calore che le due tecniche, prese da sole, non sanno restituire. Gli spari, improvvisi in una caldissima giornata estiva, a molti sembrarono fuochi d’artificio o rumori della città; solo dopo molto tempo, quando cominciarono ad esserci feriti ci si rese conto della gravità di quanto stava accadendo. Dalla torre centrale dell’Università, in posizione di cecchino, armato con fucili a lungo raggio, l’ex-marine Whitman tenne per 96 minuti in assedio l’intero quartiere puntando a tutto ciò che fosse in movimento. Sedici morti e più di trenta feriti furono il bilancio, limitato solo dal coraggio di due poliziotti e di un negoziante. Quando il killer venne ucciso la folla riempì il piazzale antistante alla torre, attonita, senza reazione, incapace di comprendere e di assorbire una psicosi inaudita. La ricreazione visiva delle vicende è stata basata su numerose interviste, da cui una successiva selezione ha isolato i punti di vista più interessanti. I loro ricordi, diventati personaggio, sono stati resi con un rotoscope molto accattivante, una tecnica che, incrociando realtà ed arbitraria elaborazione grafica, sembra essere la più naturale per “documentare”. Osservare da occhi diversi ha ricreato molto abilmente il poliedrico clima di quella giornata e le tensioni in gioco, ma si sente la mancanza di un cenno al protagonista della strage, quasi cancellato o rimosso in fase di sceneggiatura, certo per la scelta di rendere protagonisti le vittime, ma c’è una cesura, un vuoto da colmare, come un personaggio senza ombra che fa torto all’integrità documentaristica e alla preziosità del recupero di Maitland.
Tower [id., USA 2016] REGIA Keith Maitland.
CAST Violett Beane, Louie Arnette, Blair Jackson, Monty Miur.
SOGGETTO Keith Maitland. FOTOGRAFIA Keith Maitland. MUSICHE Osei Essed.
Documentario, durata 88 minuti.