Gemellaggi improbabili
L’opera prima dell’ungherese Károly Ujj Mészáros è un film audace che tenta di far dialogare un contesto tipicamente europeo (per di più in costume) con la mitologia giapponese.
Ci troviamo in un’Ungheria mai esistita, dove i fast food occupavano gli angoli delle strade già negli anni ’70. È proprio in uno di questi, il Mekk Burger, che Liza sogna di trovare l’uomo della sua vita, proprio come accade nel suo romanzetto giapponese preferito. Liza è una trentenne estremamente ingenua perché passa tutto il suo tempo in casa ad accudire Márta Tanaka, la moglie del defunto ambasciatore del Giappone che le ha insegnato la lingua nipponica. I sogni d’amore di Liza sono, però, ostacolati da Tony Tani, il fantasma di un popolare cantante giapponese che si è affezionato alla ragazza al punto da infestare la casa dove risiede. Per sommi capi, Liza, the Fox-Fairy è la storia di una maledizione che ci viene raccontata con una forte vena umoristica. Il senso del macabro – il fantasma uccide brutalmente tutti gli spasimanti di Liza – è accuratamente stemperato dagli effetti speciali CGI che sfiorano il ridicolo senza diventare imbarazzanti e dalle canzoni in giapponese, apparentemente fuori contesto ma irresistibili. È proprio questo miscuglio improbabile di culture a spiccare come l’aspetto più riuscito del film, molto più dell’umorismo nero e dello sfottò alle autorità, entrambe cose già viste che in fin dei conti sono inscenate senza eccessiva malizia. A rendere unico Liza, the Fox-Fairy sono altre cose: le melodie kitsch di Tony Tani (una sorta di Little Tony giapponese) che nascondono la sua indole sanguinaria o anche la candida passione di Liza, tipico personaggio dell’est Europa che si lascia incantare da un libro rosa e non si accorge di quanto sia scadente il cibo che mangia al Mekk Burger mentre attende l’arrivo del suo principe azzurro. Liza è una protagonista che cerca l’empatia del pubblico, la sua psicologia è semplificata a tal punto che ci affezioniamo a lei come ci si affeziona a un cagnolino. Se, da una parte, lo schematismo determina la riuscita di questa favola moderna, almeno dal punto di vista drammatico, dall’altra impedisce a Liza, the Fox-Fairy di prendere il volo e diventare qualcosa di più di quello che è: un film spassoso e tecnicamente ben realizzato.
Liza, the Fox-Fairy [Liza, a rókatündér, Ungheria 2015] REGIA Károly Ujj Mészáros.
CAST Mónika Balsai, Szabolics Bede Fazekas, David Sakurai, Zoltàm Schmied.
SCENEGGIATURA Károly Ujj Mészáros, Bálint Hegedűs. FOTOGRAFIA Péter Szatmári. MUSICHE Dániel Csengery, Ambrus Tövisházi.
Commedia/Romantico, durata 98 minuti.