Forse è meglio essere Amish
Se sapessimo di essere osservati da un’indefinita quantità di sconosciuti, ruberemmo un kayak nel cuore della notte per affrontare i banchi di nebbia che lambiscono il Golden Gate Bridge? Forse no. Ma data l’epoca in cui viviamo, il connubio di voyeurismo e “adrenalina da tastiera” in chi guarda, ed esibizionismo-egocentrismo in chi mostra (e si mostra), sarebbe più realistico rispondere di sì.
Chiaramente una persona con un minimo di raziocinio non compierebbe una simile azione, a maggior ragione nella completa solitudine, ma il raziocinio è caratteristica ignota alla giovane yuppie Mae Holland e a tutto il “circle” (o circus?) che la circonda. Dunque la deduzione dei personaggi è inequivocabile: se riprendiamo ogni istante della vita in tempo reale saremo sempre osservati e dunque obbligati a comportarci bene e a essere persone migliori. Gli effetti della trovata rivoluzionaria consegnata al mondo dalla multinazionale tecnologica The Circle non tarderanno a manifestarsi. Eppure l’unico aspetto che pare interessare al regista James Ponsoldt è far smascherare i due soci fondatori dell’azienda, per i quali la trasparenza (in una curiosa assonanza con le dichiarazioni di certi personaggi pubblici italiani) è un valore sacro da imporre a tutti – politici in testa – tranne naturalmente che a loro stessi. Ponsoldt, in concorso di colpa con il co-sceneggiatore Dave Eggers (autore del romanzo da cui il film è tratto), rinuncia all’approfondimento e non assume un punto di vista critico, evitando di mettere in discussione il mondo in cui si muovono i personaggi. Gli spunti potenzialmente interessanti sono così banalizzati: per esempio l’idea di fondere diritto di voto e iscrizione alla piattaforma di The Circle, rendendoli inscindibili, viene raccontata come l’applicazione in America della democrazia reale. Almeno è positivo che dal film si intuisca come un luogo di lavoro dotato di tutti i comfort e le facilities immaginabili, non sia necessariamente un paradiso, ma qualcosa di più vicino a una prigione dorata. The Circle non funziona come puro intrattenimento non avendo i tempi del thriller, né ha la forza della storia vera di Snowden o la capacità di scavo psicologico e di riflessione sulle conseguenze della tecnologia sui rapporti umani di Lei. Piatto e incapace di porre domande, il film sconta anche l’inesistente carisma della protagonista interpretata da Emma Watson, a metà strada tra bene, il mantenimento di un briciolo di etica e di umanità, e male, la trasformazione in paladina tecnologica quasi peggiore dei suoi capi, non aiutata dal complice Ty Lafitte (John Boyega) il personaggio più improbabile e più problematico (da un punto di vista di scrittura) del film.
The Circle [id., USA/Emirati Arabi Uniti 2017] REGIA James Ponsoldt.
CAST Emma Watson, Tom Hanks, John Boyega, Ellar Coltrane, Karen Gillan.
SCENEGGIATURA James Ponsoldt, Dave Eggers (tratta dal romanzo Il cerchio di Dave Eggers). FOTOGRAFIA Matthew Libatique. MUSICHE Danny Elfman.
Thriller/Fantascienza, durata 110 minuti.