Un padre
In quest’epoca in cui tutti siamo connessi e, in forma teorica, possiamo dialogare tra di noi al massimo delle nostre potenzialità, Gianni Amelio con La tenerezza ci rivela invece proprio il contrario, senza stereotipi eccessivi.
Ispirato al romanzo La tentazione di essere felici di Lorenzo Marone, La tenerezza è un film imperfetto ma allo stesso tempo esemplare. È il ritorno per Amelio, dopo il fiacco L’intrepido, ad un cinema di narrazione fatto di attori e personaggi verosimili e contemporanei, che vivono seguendo le proprie emozioni. È importante sottolineare che il protagonista sia un anziano: Lorenzo (il superbo Renato Carpentieri) è un avvocato in pensione che si aggira tra le strade di una Napoli decadente, “un padre che è sempre un padre” nonostante non lo dimostri e che trasporta sulle sue spalle la saggezza del passato. Non una saggezza sterile o comune, ma la consapevolezza che dagli errori si deve imparare per vivere al meglio. Lorenzo cerca di insegnarlo ai nuovi vicini di casa (Ramazzotti e Germano), una coppia che cela molti problemi e che non imparerà la lezione. Amelio è uno dei pochi in Italia a saper ancora dirigere un melodramma e trasformarlo come uno dei generi più utili per raccontare la società. Ci sono poche lacrime in La tenerezza, ma sin dai titoli di testa l’atmosfera rarefatta e tragica della vicenda ci accompagna fino al bel finale, in cui per esprimersi non servono parole ma solo un gesto sciocco come quello di sfiorarsi una mano. Un contatto evitato da quasi tutti i personaggi, una privazione che porta solo a cose brutte. Non siamo più dalle parti dell’incomunicabilità antoniana, qui c’è proprio un problema di fondo: la mancanza di contradditorio per chiarire finalmente ciò che è stato rimosso o taciuto. A volte basterebbe semplicemente parlarsi per assimilare, ma non è sempre facile farlo. Il regista ama la storia che ci racconta e per questo in alcuni momenti infarcisce il tutto con un po’ di retorica di troppo e alcune sbavature in fase di sceneggiatura, ma usciti dalla sala non si può che constatare che ciò che abbiamo visto ci frulla in testa come dovrebbe fare ciò che fa riflettere. Un modo crudele e scioccante di percepire la vita ma dolorosamente tangibile. Auguriamoci che Gianni Amelio ci regali altri film e, se non sopportate più la sua inclinazione pessimista verso l’oggi, vi basti la totale sequenza in cui appare la generosa Greta Scacchi: una lezione di cinema, una lezione di vita attraverso la semplicità del racconto. Un racconto che mette i brividi.
La tenerezza [Italia 2016] REGIA Gianni Amelio.
CAST Renato Carpentieri, Elio Germano, Micaela Ramazzotti, Giovanna Mezzogiorno.
SCENEGGIATURA Gianni Amelio, Alberto Taraglio (tratta dal romanzo La tentazione di essere felici di Lorenzo Marone). FOTOGRAFIA Luca Bigazzi. MUSICHE Franco Piersanti.
Drammatico, durata 103 minuti.
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