SPECIALE JACK NICHOLSON
Una condensata giovinezza
Tre marinai si aggirano per le strade cittadine frequentando locali, combinando disastri e provandoci con alcune ragazze. No, non siamo nello spensierato musical MGM di Gene Kelly e Stanley Donen Un giorno a New York, ma nel più melanconico e critico titolo “neo hollywoodiano” L’ultima corvè di Hal Ashby.
Qui i protagonisti non sono in licenza e non stanno facendo una gita di piacere, ma si dirigono invece verso un carcere militare distante dalla loro caserma. Il trio è così composto da un marinaio diciottenne condannato a otto anni di reclusione per un piccolo furto e da due colleghi che lo stanno scortando verso la prigione. Un compito da svolgere in cinque giorni, tempo che i tre cercheranno di passare nel modo più ludico e sereno possibile, con il fine di dimenticare, almeno per un po’, il triste scopo del loro viaggio. Road movie di formazione in cui un ragazzo matura e vive le esperienze tipiche della giovinezza in un lasso di tempo assolutamente ristretto e condensato, in realtà il film di Ashby vede il suo personaggio più importante non tanto nel diciottenne, quanto in Billy Somawsky, marinaio più anziano che sprona e fa divertire il condannato. Interpretata da Jack Nicholson, quella di Somawsky è una figura iconografica per l’aspetto fisico (in primis per i suoi grandi baffi) e interessante per atteggiamento e carattere, che presenta inoltre qualche analogia con il Randle Patrick McMurphy di Qualcuno volò sul nido del cuculo, ruolo che l’attore statunitense impersonerà qualche anno più tardi. Entrambi, infatti, agiscono all’interno di istituzioni forti o totali (l’esercito, l’ospedale psichiatrico) e, soprattutto, si prendono cura di un giovane ingenuo che cercano di svezzare e di formare (qui il diciottenne condannato, nel film di Forman il timido Billy Bibit). Ma mentre McMurphy è decisamente ribelle, sovversivo e per questo escluso dalla società, Somawsky tende invece a seguire determinate regole e convenzioni, applicandole però nel modo meno rigido possibile e trovando al loro interno degli spazi di autonomia e di sfogo che lo rendono un uomo piuttosto libero e non sottomesso. Una figura al tempo stesso “dissidente” e “inquadrata”, dunque, che Nicholson interpreta stando contemporaneamente attento a non eccedere nei toni e a sottolineare marcatamente le varie caratteristiche del personaggio, dall’occasionale impulsività ai piccoli gesti quotidiani, come il modo particolare con cui porta il sigaro e lo sputacchiare per strada. Un’interpretazione iconica e sottile che valse all’attore la candidatura al premio Oscar e sulla quale si basa buona parte di un film che, pur essendo apprezzabile anche per atmosfere e sottigliezza psicologica, oggi viene ricordato soprattutto per il suo protagonista.
L’ultima corvè [The Last Detail, USA 1973] REGIA Hal Ashby.
CAST Jack Nicholson, Randy Quaid, Otis Young, Clifton James, Carol Kane.
SCENEGGIATURA Robert Towne. FOTOGRAFIA Michael Chapman. MONTAGGIO Robert C. Jones.
Drammatico, durata 105 minuti.