SPECIALE AKI KAURISMÄKI
Una nuova memoria
L’uomo senza passato è il più celebre, probabilmente il più riuscito e sicuramente il più divertente film del finlandese Aki Kaurismäki, il quale trova una sintesi mirabile tra la “facciata” comico-laconica, qui spesso esilarante, e la sostanza politica e contestataria tipiche entrambe della sua poetica.
Del resto, il cinema del sardonico autore finlandese è sempre stato un’elegia rivolta agli ultimi e a chi sta ai margini e nelle zone d’ombra della ricchezza e del benessere, prima in particolare le vittime della globalizzazione e della nuova ferocia economica, ora i migranti; sempre però tenendosi lontano dalla retorica e dallo sdegno che separa una sorsata di tè fumante da quella successiva. L’arma usata da Kaurismäki è infatti quella forgiata da Buster Keaton & Co.: il comico come cassa di risonanza e denuncia di una mancata sintonia con il mondo che ci circonda e come espressione della sconfitta, il cui riconoscimento può far nascere una più o meno vincente reazione o una più o meno convinta accettazione del destino. Naturalmente Kaurismäki rielabora questa lezione in una maniera del tutto personale, che ne L’uomo senza passato sfiora la perfezione: dialoghi laconici e assurdi (in particolare, quello avvenuto dopo le minacce di morte sul naso ingombrante ma utile per fumare le sigarette sotto la doccia e quello durante la rapina in banca), personaggi paradossali (su tutti, lo straordinario finto cattivo custode con il suo “feroce” cane Hannibal) e allo stesso tempo estremamente credibili e plausibili, incorniciati da un minimalismo stilistico un po’ malinconico che rende il tutto ancor più straniante e paradossale. Paradossale può sembrare anche il fatto che la comunità di diseredati che accoglie il protagonista vittima di perdita della memoria a seguito di un’aggressione, e successivamente il protagonista stesso, consideri la propria condizione con serenità stupefacente, talvolta quasi con orgoglio; c’è un atteggiamento dei personaggi e uno sguardo del regista che possono sembrare – e che in parte sono – all’insegna del fatalismo. Aggettivo solo in parte appropriato, non solo perché le ingiustizie vengono chiaramente denunciate, ma soprattutto perché per Kaurismäki gli ultimi da lui raccontati sono davvero esempi della parte migliore del mondo e coloro che, pur partendo dal ruolo di vittime o assistendo al successo dalle ultime file, acquistano la consapevolezza di essere dalla parte giusta e di meritare di essere felici. In questo senso il percorso del protagonista è metaforicamente esemplare. E in questo senso in molti film dell’autore finlandese, che sono anche un po’ fiabe, il lieto fine è per loro: perché se lo meritano, e questa è una rivendicazione politica allo stesso tempo potente e amara.
L’uomo senza passato [Mies vailla menneisyyttä, Finlandia 2002] REGIA Aki Kaurismäki.
CAST Markku Peltola, Kati Outinen, Sakari Kuosmanen, Kaija Pakarinen, Juhani Niemelä.
SCENEGGIATURA Aki Kaurismäki. FOTOGRAFIA Timo Salminen. MUSICHE Leevi Madetoja.
Commedia, durata 97 minuti.