15° Florence Korea Film Fest – Festival of Korean Cinema in Italy, 23 – 31 marzo 2017, Firenze
La Corea resistente di Kim Jee-woon
Corea, anni Venti. L’occupazione giapponese imperversa con metodica violenza. L’agente Lee Jung-chool, coreano arruolato nella polizia nipponica, ha il compito di catturare i vertici della Resistenza. Ma l’incontro con Kim Woo-jin, leader del movimento, dà inizio a un intricato doppiogioco dove la posta è l’indipendenza coreana.
The Age of Shadows, sesto lungometraggio di Kim Jee-woon, ha aperto la 15° edizione del Florence Korea Film Fest. L’anteprima al Cinema La Compagnia di Firenze, alla presenza dello stesso regista, è il primo evento di una kermesse particolarmente densa, che vanta tra gli ospiti anche Park Chan-wook e Kim Seong-hun. Reduce dall’esperienza hollywoodiana The Last Stand – L’ultima sfida, Kim Jee-woon torna con un film imponente, in cui l’impegno produttivo sposa una superba padronanza tecnica. Un connubio che si dispiega fin dalla prima sequenza, nel sontuoso inseguimento sui tetti, rivelando immediatamente un’impeccabile gestione della messa in scena. L’orchestrazione dell’impianto corale è infatti uno degli aspetti più riusciti, in costante contrappunto con l’intimo dramma dei protagonisti. Tra questi, il volto enigmatico di Song Kang-ho, affiancato da un cast di rilievo. Salvezza individuale e interesse collettivo sono i due poli che muovono il film. Nel mezzo, i personaggi pencolano dall’uno all’altro, innescando il gioco di tradimenti che trova sintesi perfetta nel finale. Ne è l’emblema il pollice-moncherino, sineddoche dell’individuo che si sacrifica per il Paese, esibito a reliquia eroica e personale memento di vendetta. Il regista ha buon gioco nel costruire false attese e colpi di scena, forte di una profonda conoscenza dei generi che mescola e omaggia apertamente. Dal noir oscuro e fumoso, ai sinuosi piani sequenza del film politico, memore, a suo stesso dire, del Conformista di Bertolucci. Un apparato magniloquente che passa dalla suspense all’azione, regalandone un sunto memorabile nell’ansiogena sequenza del treno. Alla commistione dei canoni stilistici fa eco la varietà degli ambienti, spaziando dal vapore plumbeo delle stazioni a colorati affreschi cittadini, dalle fredde atmosfee notturne alle tonalità dorate di interni scintillanti. Ma sarebbe un errore ridurre il film a un eccellente esercizio di stile. L’etica storica sottostante è il vero fulcro dell’operazione. Nonostante depistaggi e voltafaccia, alla fine dei conti non esistono zone grigie, né assoluzioni per chi ha scelto per il proprio tornaconto. Allo stesso modo, la violenza esibita delle torture non è mai gratuita, ma un preciso atto di denuncia di una ferita non rimarginata. “La Storia non è fatta per essere dimenticata”, dichiara il regista nell’intervista successiva al film, “è qualcosa che viviamo e che determina ciò che siamo oggi.”
The Age of Shadows [Miljeong, Corea del Sud 2016] REGIA Kim Jee-woon.
CAST Song Kang-ho, Gong Yoo, Han Ji-min, Um Tae-goo.
SCENEGGIATURA Lee Ji-min, Park Jong-dae, Kim Jee-woon. FOTOGRAFIA Kim Ji-yong. MUSICHE Mowg.
Azione/Thriller/Drammatico, durata 140 minuti.