SPECIALE PAUL VERHOEVEN
Torbide passioni
Quando un uomo viene trovato brutalmente assassinato all’apice di un amplesso, tutti i sospetti ricadono su Catherine, la donna con cui aveva una relazione, che si svela però essere legata anche ad un’altra donna. I misteri celati da Catherine crescono sempre di più fino a rivelare uno stretto legame con Nick, il detective incaricato delle indagini relative all’omicidio iniziale.
I due, presi da una focosa passione in continua crescita, scoprono sempre più l’uno dell’altra… o almeno questo è quello che si illudono di riuscire a fare. Paul Verhoeven già dalla presentazione di Basic Instinct al Festival di Cannes del 1992 fece presagire polemiche e discussioni poi confermate dal grande successo di incassi registrato dal film. Nell’occhio del ciclone si posero le forti immagini di sesso e di violenza, spesso in commistione tra loro; eppure a ben vedere, l’opera di Verhoeven cela qualcosa di più. A dominare la scena, inutile dirlo, è la silhouette elegante e longilinea di una Sharon Stone all’apice della sua potenza estetica, tanto da valerle un posto assicurato nell’immaginario collettivo con un semplice accavallamento di gambe. Quello in cui il regista riesce maggiormente in questo capitolo della sua esplorazione dell’universo femminile – tema che si replica in molti titoli della sua filmografia – è la resa in immagini di una compenetrazione di racconto giallo con una passione torbida e senza speranza. Le donne qui rappresentate sono avvolte da un manto di mistero che rende giustizia alla complessa costruzione immaginifica che circonda le figure femminili in generale. Quelle narrate sono donne forti, potenti, capaci di tramare alle spalle degli uomini e dell’intero sistema, fingendo talvolta di dare il potere alla controparte maschile o, più facilmente, finendo per essere esse stesse vittime delle trame di altre “colleghe” seduttrici. Verhoeven esplora il lato forse più torbido e deviato delle donne, ponendole al centro di un gioco di potere che le vede assolute protagoniste, sia in veste di vittime che di carnefici. Film successivi, da Showgirls all’ultimo Elle, danno seguito a questa esplorazione, permettendo al regista di affinare la rappresentazione di un universo su cui da sempre maggiormente si fantastica. Se qui le tecniche di racconto del femminile (in senso lato) restano ancora in fieri rispetto a titoli più recenti, Verhoeven pecca solo nel voler caricare l’immagine della donna, incarnata a pieno da una protagonista quasi in sordina, di un’immensa quantità di sfaccettature e nodi tematici degni di un caleidoscopio.
Basic Instinct [id., USA/Francia 1992] REGIA Paul Verhoeven.
CAST Michael Douglas, Sharon Stone, George Dzundza, Jeanne Tripplehorn.
SCENEGGIATURA Joe Eszterhas. FOTOGRAFIA Jan de Bont. MUSICHE Jerry Goldsmith.
Thriller/Erotico, durata 128 minuti.