La forza delle donne
Sonita è la giovane protagonista del documentario di Rokhsareh Ghaem Maghami, una profuga afghana arrivata in Iran per sfuggire ai talebani in un viaggio che è costato la vita al padre e che ha diviso la famiglia.
Sonita infatti vive con la sorella e la nipote, durante il giorno lavora e partecipa alle attività di un centro per giovani ragazze, dove attraverso la messa in scena e altri esercizi mirati si cerca di far superare i traumi inflitti dalla guerra, e non solo, a queste piccole grandi donne. Durante le riprese nel centro vengono a galla le storie delle utenti, che tra loro raccontano – con una disarmante normalità – di matrimoni combinati e botte fino a che non hanno accettato quell’uomo, spesso molto più grande di loro, come sposo. Sonita crede di essere al sicuro da questa realtà e si concentra sul suo obiettivo: diventare una rapper. Un sogno non proprio semplice visto che anche in Iran le donne non possono cantare da soliste e il rap per loro è proibito. Un giorno però la vita di Sonita prende una piega inaspettata, quando il fratello maggiore pretende di “venderla” al miglior offerente in Afghanistan per poter a sua volta comprare la sua di sposa. Lei si rifiuta e cerca aiuto nella madre, che non vede da sette anni, che invece liquida Sonita sbobinando come queste siano le tradizioni e che si è sempre fatto così, lei per prima. In questo momento di Sonita si attiva qualcosa di particolare poiché la regista esce dal suo ruolo e da dietro la telecamera passa davanti, cercando di capire le implicazioni morali e artistiche nella scelta di interferire con la vita di Sonita. Perché la giovane ragazza chiede aiuto, prima al centro e poi alla regista, per avere dei soldi da dare alla madre e che le concederanno un po’ più di tempo; perché tutta la tradizione va di pari passo con la povertà assillante e asfissiante che fa sì che si ricerchino i soldi in qualsiasi modo. Dato che il centro si rifiuta, la regista decide invece di dare duemila dollari alla madre di Sonita per sei mesi di tempo, e la telecamera adesso insegue lei che gira per le case iraniane in cerca della ragazza. E una volta trovata davanti alla telecamera ci rimane ancora, accompagnando la giovane Sonita fino al suo sogno, rappresentato da una scuola americana che le offre una borsa di studio in musica. I protagonisti di tutto sono indiscutibilmente l’artista afghana con la sua musica – un rap travolgente perché racconta storie vere e sentimenti repressi – e tutte le altre ragazze spose bambine in nome di una tradizione arcaica e maschilista, in cui le donne vengono vendute e comprate come al mercato, attraverso una parvenza di consenso cercata a suon di botte.
Sonita [id., Germania/Iran/Svizzera 2015] REGIA Rokhsareh Ghaem Maghami.
CAST Sonita Alizadeh, Latifah Alizadeh, Fadia Alizadeh.
FOTOGRAFIA Behrouz Badrouj, Ali Mohammad Ghasemi, Mohammad Haddadi, Ala Mohseni. MUSICHE Moritz Denis.
Documentario, durata 91 minuti.