35° Bergamo Film Meeting, 11 – 19 marzo 2017, Bergamo
Onda su onda
Le onde (Fale in polacco) del titolo del film d’esordio del documentarista polacco Grzegor Zariczny, presentato in concorso al 35° Bergamo Film Meeting, sono quelle che caratterizzano le eleganti acconciature che Ania e Kasia, adolescenti aspiranti parrucchiere tirocinanti nello stesso salone di periferia e molto amiche, che devono imparare ad acconciare per essere abilitate alla professione.
Una, Kasia, è già molto brava, l’altra, Ania, deve ancora prendere la mano ed è a forte rischio bocciatura; differenze di talento a parte, entrambe sono accomunate dal fatto di essere vittime della piattezza e della mancanza di prospettive del quartiere periferico di Cracovia Nowa Huta e di una situazione familiare problematica, tra madri e padri assenti, in fuga, alla deriva, feriti e inadeguati. Il loro legame affettivo e il rispettivo bisogno dell’altra diventano così sempre più forti. Il film del simpatico e brillante regista polacco, come ha dimostrato di essere nella presentazione prima della proiezione, può sembrare un classico racconto di formazione e d’amicizia adolescenziale, con qualche più o meno vago riferimento ad un’attrazione sentimentale più forte. In parte lo è, cercando nelle intenzioni dell’autore però una chiave originale nella commistione tra documentario e finzione. Fale è infatti una sorta di remake e di allungamento di un cortometraggio documentario che lo stesso Zariczny aveva pensato sulla figura di Kasia (ovviamente, figura realmente esistente) e della sua vita nel quartiere periferico di Cracovia. Il film diventa così testimonianza di un contesto che non offre prospettive o vie di fuga, né nel futuro né nell’immediato, e di un’adolescenza che di questa piattezza è la vittima principale. La tristezza del quartiere è rappresentata, oltre che dalla fotografia virata sul bianco e sui toni piatti che toglie qualsiasi fascino al paesaggio invernale, dalla centralità che acquistano i non luoghi del posto e in particolare, minaccioso sullo sfondo, il reattore di una centrale nucleare. I momenti di finzione, che siano il racconto del rapporto tra le due, del loro affetto così come dei loro scontri, i momenti più duri e patetici della vita familiare o i frequenti inserti di momenti d’umorismo laconico alla Aki Kaurismaki, sono quindi in qualche modo strumentali allo sguardo del documentario. Il problema di Fale è un po’ proprio questo, cioè il mancato amalgama tra i due toni, l’equilibrio mancato tra il documentario e la finzione, che avanzano quasi separati e non come un corpus unico; ne esce così un film un po’ sospeso, prolisso ed irrisolto, statico non solo per la fissità della cinepresa. Un film che, pur con l’innegabile purezza di sguardo e con qualche sequenza di per sé emozionante, non mantiene fino in fondo le promesse espresse dalle intenzioni del simpatico autore.
Fale [id., Polonia 2016] REGIA Grzegor Zariczny.
CAST Katarzyna Kopec, Anna Kesek, Tomasz Schimscheiner, Jolanta Olszewska.
SCENEGGIATURA Grzegor Zariczny. FOTOGRAFIA Weronika Bilska.
Documentario/Drammatico, durata 78 minuti.