Cinema d’azione, cinema della morale
Raccontare il contemporaneo spesso si rivela difficile, visto che la distanza storica che permette di osservare gli eventi in maniera oggettiva semplicemente non c’è. Altre volte invece per raccontare l’oggi occorre essere perfettamente calati nella situazione.
È il caso di Boston – Caccia all’uomo, pellicola diretta da Peter Berg con un cast corale di tutto rispetto, che racconta gli avvenimenti occorsi l’aprile 2013 nell’attentato alla maratona di Boston. La vicenda s’intreccia similmente a Elephant, al contrario della pellicola di Gus van Sant però mantiene l’ordine cronologico degli eventi, mostrando un pezzo di vita – nelle ore subito precedenti e quelle successive – di un gruppo di persone coinvolte nell’attentato, compresi i due attentatori di fede islamica. Tra vittime e poliziotti che prendono parte alla ricerca dei terroristi, la pellicola raccoglie un’umanità che risponde all’imprevedibile sconvolgimento delle proprie vite raccogliendosi attorno a sé per trovare la forza di reagire all’inaspettato e all’incomprensibile. Più che un film sulla forza retorica degli Stati Uniti di compattarsi nei confronti di un nemico, è l’elogio a una città nel trovare coesione e orgoglio cittadino al ritmo di “Boston Strong”. La vicinanza temporale all’evento permette alla pellicola di raccontare ciò che più inquieta e crea instabilità oggi in Occidente: la paura che in qualsiasi occasione (che sia una maratona annuale o un semplice concerto in un locale) possa accadere qualcosa. Una minaccia capillare non solo nei luoghi ma anche nelle singole occasioni: il tempo libero nella sua più semplice accezione diviene una minaccia. Boston – Caccia all’uomo, non essendo direttamente incentrato su tale aspetto ne racconta sintomaticamente gli effetti. Un’opera che invece di enfatizzare i ritmi riflessivi del drammatico al contrario abbraccia il tono action e la frenesia del thriller, mescolando fiction con materiali di repertorio. Una scelta felice capace di smorzare i toni senza che l’amaro e la paura prendano mai il sopravvento nello spettatore, ma anche rendendo meno insopportabile l’eccessiva logorroica e didattica retorica di cui la pellicola si fa carico. Insomma Boston – Caccia all’uomo, al netto di qualche difetto, rappresenta fieramente il buon cinema medio statunitense, in cui il genere va a braccetto con l’impegno civile (per quanto zelante e verboso) e che vive i nostri tempi consapevolmente, senza per questo perdere il piacere dell’intrattenimento, e questo vale più di una morale ripetuta didascalicamente.
Boston – Caccia all’uomo [Patriots Day, USA 2016] REGIA Peter Berg.
CAST Mark Wahlberg, John Goodman, J.K. Simmons, Michelle Monaghan.
SCENEGGIATURA Peter Berg, Matt Cook, Paul Tamasy, Eric Johnson, Joshua Zetumer (tratta dal libro Boston Strong di Casey Sherman e Dave Wedge). FOTOGRAFIA Tobias A. Schliesser. MUSICHE Trent Reznor, Atticus Ross.
Drammatico/Thriller, durata 133 minuti.