67. Berlinale – Berlin International Film Festival, 9 – 19 febbraio 2017, Berlino
Dentro un mare di parole
È il mare a legare le due novelle che Hong Sang-soo racconta in On the Beach at Night Alone, presentato in concorso a Berlino 67, e il mare è un simbolo di viaggi, di partenze, di ritorni, di luoghi da cui scappare e in cui tornare. Ma anche un luogo in cui sopire i tormenti o alimentarli, ché “di fronte al mare, la felicità è un’idea semplice”, come disse Izzo.
Le due novelle vedono protagonista Younghee, attrice coreana di successo: nella prima è in Germania, per cercare rifugio dopo una storia finita male con un uomo sposato; nella seconda torna in patria, trova i vecchi amici e cerca di riabituarsi alla sua vita, ma l’uomo con cui ruppe tempo prima si presenta di nuovo casualmente ai suoi occhi. Tutto fa pensare al cinema di Eric Rohmer, come spesso nei film di Hong Sang-soo, a partire dal modo in cui ritaglia i personaggi attraverso lunghi dialoghi, fino al tenore di quei dialoghi passando per una regia fatta di lunghi piani sequenza quasi fissi in cui gli attori possono esprimere ogni loro corda. Ma più che nei suoi ultimi film On the Beach at Night Alone è un saggio di regia in cui il gesto cinematografico comunica ed esprime con leggerezza e precisione, un cinema completamente trasparente in cui non c’è alcun tipo di distanza né distacco di tipo autoriale tra ciò che pensa Hong e come lo mette in scena, tra l’idea e la realizzazione: per capirci, durante un dialogo in campo medio tra vari personaggi, quando Hong sente che gli interessa tenere in campo solo due di loro utilizza uno zoom sporco, improvviso, non calibra né taglia; se durante una scena c’è un elemento distante dai personaggi meritevole di attenzione, Hong muove la macchina come se fosse la sua soggettiva, la sposta quasi bruscamente; ancora più follemente, la metafora del richiamo del mare diventa un esplicito rapimento di cui poi non si più nulla. Come se Hong disegnasse il piano di regia o il montaggio interno durante le riprese, salvo poi costruire ogni scelta visiva o narrativa con cura assoluta. Limpidezza estrema che può infastidire, cinema che nasconde la sua perfetta costruzione e ricerca formale cercando il grado zero della regia, come a volere una via più immediata possibile con lo spettatore: al netto dei manierismi, delle ridondanze e di qualche momento meno brillante (pochi per fortuna), On the Beach at Night Alone è in grado di compiere, anzi di ripetere, il miracolo di trasformare la più piccola incrinazione in evento risonante e quasi teorico, come una stanza vuota in cui ogni suono riverbera. O come guardando il mare, dove ogni onda e increspatura sembrano uno spettacolo irripetibile.
On the Beach at Night Alone [Bamui haebyun-eoseo honja, Corea del Sud 2017] REGIA Hong Sang-soo.
CAST Kim Min-hee, Seo Young-hwa, Jung Jae-young, Moon Sung-keun.
SCENEGGIATURA Hong Sang-soo. FOTOGRAFIA Kim Hyung-koo, Park Hong-yeol.
Commedia, durata 101 minuti.