SPECIALE SOVRANI IN CRISI
Il volto di una nazione
“Uneasy lies the head that wears a crown”. Enrico IV dixit e chissà quante volte Sua Maestà Elisabetta II deve aver pensato all’incontestabile verità contenuta nelle parole del suo nobile avo. Sessant’anni di regno portati con dignità e rigore, più di mezzo secolo di vita trascorso nell’assiduo rispetto del protocollo istituzionale.
Appare rivestita di algida inflessibilità la sovrana del Regno Unito, un’esercitata capacità mimetica dei propri sentimenti a favore di un più consono “public self” che tramuta la donna in simbolo. E la sicurezza conservativa dei riti di palazzo a prevenzione di imbarazzanti errori su chi resti, nonostante tutto, il vero capo di stato. Perché piegarsi non è da reali. O forse sì? Parte da questa stimolante premessa il film di Stephen Frears, The Queen, e ripercorre, in un mix di fiction e inserti footage, gli eventi di una settimana particolare: quella successiva al 31 agosto 1997, giorno della morte di Lady D a Parigi e origine di un uragano mediatico che minacciò di travolgere la monarchia britannica. Vissuta come perdita collettiva dalla gente comune, la scomparsa della Principessa Diana irrompe nella solennità di Buckingham Palace e del Castello di Balmoral come vento di modernizzazione, sbriciolando i confini austeri di un’etichetta ormai anacronistica e costringendo la regina stessa a una rivoluzionaria presa di coscienza sul suo regno e i suoi sudditi. Nell’era dei corpi esibiti e del pubblico dolore, la riservatezza di un personaggio-simbolo oltraggia nella sua parvenza di insensibilità. “Che qualcuno salvi queste persone da se stesse!”, sbotta esasperato il modernizzatore Tony Blair (un calibratissimo Michael Sheen), Primo Ministro appena eletto e arbitro diplomatico di un virtuale incontro pugilistico tra Elisabetta e la memoria ingombrante di una fin troppo popolare “principessa triste”. Inutile scontrarsi con i morti: questo omaggio “s’ha da fare”, e al più presto possibile. Così, tra bandiere a mezz’asta, uscite ufficiali, discorsi alla nazione e funerali pubblici, la regina si concede al suo popolo esponendo un partecipato cordoglio, quasi immolandosi come un cervo di razza caduto sotto un attacco sleale. Helen Mirren fagocita la fisicità tutta british di Elisabetta regalando una performance gigantesca. Il volto serioso, le labbra che si increspano, la voce che si stempera su toni di (in)dubbia fermezza puntellano la resa della monarca in un crescendo di rovente tensione interiore, che brucia dentro ma non esplode mai in incontrollati improperi di lesa maestà. Per la monarchia, questo e altro. Anche farsi eroina da platea, sporcare un po’ di spirito Windsor con atteggiamenti “da Spencer”. Perché i tempi sono cambiati ma la melodia è rimasta sempre la stessa: the show must go on. Sempre.
The Queen – La regina [The Queen, Gran Bretagna/Francia/Italia 2006] REGIA Stephen Frears.
CAST Helen Mirren, Michael Sheen, James Cromwell, Alex Jennings.
SCENEGGIATURA Peter Morgan. FOTOGRAFIA Affonso Beato. MUSICHE Alexandre Desplat.
Drammatico, durata 103 minuti.