SPECIALE HOLLYWOOD MUSICAL
A bellicapelli!
Qualche anno fa ero a un concerto di Suzanne Vega, in un locale bolognese. Ho chiesto a un uomo brizzolato di abbassare la voce, perché a causa dei suoi schiamazzi non si riusciva neanche a sentire la musica. Mi ha risposto, testuali parole: “tagliati i capelli”. Se ha ancora un senso nel terzo millennio guardare Hair, luminosissimo musical urbano che sembra già nostalgico o datato quando esce in sala nel 1979, è perché la selezione naturale sembra proprio premiare le strategie riproduttive di individui come il brizzolato di cui sopra.
Quindi, in un’epoca così reazionaria come questa, forse può regalare una ventata di libertà la visione del film di Forman, regista (come ha fatto notare su queste pagine l’ottima Lisa Cecconi) da sempre interessato alla dicotomia “tra il conformismo ipocrita e l’anarchia vitale”. A quattro anni dal successo del dramma Qualcuno volò sul nido del cuculo, Forman cambia totalmente genere, dedicandosi a questa rock opera e confermandosi maestro nell’adattare al mezzo cinematografico testi già rappresentati sul palcoscenico. Lo spettro del Vietnam aleggia nel film e la presenza, nel ruolo principale di Claude Bukowski, del bravo John Savage, in precedenza apprezzato nel Cacciatore di Cimino, dimostra come, in un periodo di transizione ma tutto sommato creativamente florido come la fine degli anni Settanta, l’industria hollywoodiana diversifichi i generi e si serva di interpreti di grande talento e versatilità, capaci di portare con sé, da un film all’altro, le inquietudini di una nazione. Non mi dilungherò sull’oggettiva qualità della colonna sonora di Hair, o sull’abilità con cui Forman dirige scene con migliaia di comparse, momenti comici, gustose derive kitsch (la visione psichedelica in chiesa). Mi preme piuttosto sottolineare come, pur senza approfondire molto le situazioni e i personaggi, ma affidandosi invece soprattutto ai testi azzeccati delle canzoni, quasi tutti ricchi di elenchi e giochi di parole, il film riesca, allo stesso tempo, a essere tante cose differenti. Esaltazione dell’amicizia: i simpatici hippy in technicolor fanno 3000 km in auto per salvare Claude dall’esercito. Fotografia dell’avvenuta liberazione sessuale: dalla ragazza madre Jeannie, che non disdegna la compagnia del nero Hud, alla disinvoltura nel liberarsi dei vestiti da parte della ricca borghese Sheila. Infine, scherzo libertario che deride sarcasticamente le classi benestanti, i militari, i razzisti, gli omofobi, i nazionalisti, la religione, Lyndon Johnson. Vi pare poco?
Hair [id., USA/Germania 1979] REGIA Miloš Forman.
CAST John Savage, Treat Williams, Beverly D’Angelo, Annie Golden, Dorsey Wright.
SCENEGGIATURA Michael Weller (tratta dall’omonimo musical di Gerome Ragni e James Rado). FOTOGRAFIA Miroslav Ondříček. MUSICHE Galt MacDermot.
Musical, durata 121 minuti.