28° Trieste Film Festival – Alpe Adria Cinema, 20-29 gennaio 2017, Trieste
La luce che scava rughe e ricordi
Più che un documentario sul nazismo e l’Olocausto, A German Life è uno studio di ritrattistica applicata alla storia. I quattro registi (Christian Krones, Florian Weigensamer, Olaf S. Muller, Roland Schrotthofer) si concentrano sul volto, quasi sempre in primo o primissimo piano, di Brunhilde Pomsel e con il bianco e nero scavano nelle sue rughe, nella plasticità del tempo che è passato e lo alternano con repertori di filmati di propaganda nazista o americana.
Perché Pomsel ha lavorato come segretaria di Goebbels al Ministero della propaganda e A German Life, presentato al 28° Trieste Film Festival e in sala per la Giornata della Memoria, le fa raccontare la sua vita dall’infanzia a dopo la Seconda guerra mondiale concentrandosi ovviamente sul periodo in cui la signora era alle dipendenze del Reich. I registi non vogliono solo il punto di vista interno al Male, ma cercano attraverso le parole e le riflessioni della protagonista di fare un ritratto morale della Germania nazista, cercando di capire se e quanto consapevole fosse il popolo tedesco di ciò che accadeva. Il bianco e nero diventa quindi un’arma di omogeneità artistica, il contrasto estremo tra la luce del volto e lo sfondo nero è una sorta di grimaldello stilistico con cui accedere alla memoria della donna, riflesso esteriore di quello che sono i filmati d’archivio: veri e propri flashback sulla Germania di Hitler, testimonianze di ciò che Pomsel racconta sulla società tedesca, sul sistema di vita, sul brodo di cultura nazista fin dall’infanzia che disinnescano i meccanismi di propaganda in cui la narratrice è vissuta per contrasto (i filmati americani che più o meno ironicamente svelano le bugie naziste) o per distanza temporale (le pellicole tedesche di cui a 70 anni si scorge il viscido orrore che li creò). Il ritmo che scelgono gli autori è austero, severo, attaccato alla scansione lenta delle parole della 103enne (all’epoca delle riprese) protagonista e il meccanismo che alterna parole e immagini, senza commenti né vocali né sonori di alcun tipo, rende il film ostico e duro, come a sacrificare la comunicazione con lo spettatore in nome di un’integrità artistica che spesso rischia la ripetitività – soprattutto lungo le quasi due ore. Ma ad avere pazienza e provare a perdersi negli inciampi di Pomsel, nei suoi dubbi, negli attimi in cui l’emozione sembra accendersi dietro una lucidità quasi glaciale, A German Life mostra un senso del racconto non banale. Che lo scavo luministico rende quasi potente.
A German Life [id., Austria 2016] REGIA Christian Krones, Florian Weigensamer, Olaf S. Muller, Roland Schrotthofer.
CAST Brunihilde Pomsel.
SOGGETTO Christian Krones, Florian Weigensamer, Olaf S. Muller. FOTOGRAFIA Frank Van Vught.
Documentario, durata 114 minuti.