Il limite della parola
L’accademia delle muse è l’ossessione del professor Raffaele Pinto, docente di filologia italiana nella meravigliosa Università di Barcellona: durante le sue lezioni, dove a regnare è un uditorio femminile, si insegue l’ideale di un mondo in cui le donne tornino ad essere fonte di ispirazione per i poeti, ma in una forma diretta e attiva, senza i filtri della reinvenzione letteraria che ha fatto grande la tradizione poetica di Dante e Petrarca.
José Luis Guerin, autore importante nel panorama internazionale che negli anni ha saputo nutrire la vocazione documentaria con vere e proprie opere di finzione – non dimenticheremo mai i pedinamenti amorosi di un film come En la ciudad de Sylvia – torna a un approccio diretto alla realtà, su invito dello stesso professore protagonista del film, per modellare in forma prismatica e sfuggente un intreccio sentimentale sempre più vicino alla commedia romantica, in cui il mestiere dell’insegnare, vera e propria azione seduttiva, viene lentamente smascherato di tutte le sue godibili ambiguità. La academia de las musas si direbbe un film sul limite del linguaggio, capace di regolare con le sue armi migliori la natura delle relazioni e dei sentimenti, ma inerme di fronte alla forza della verità e della coscienza. Così tra il professore un po’ poeta e un po’ satiro, le giovani allieve un po’ amanti e un po’ madri, e una moglie capace di restare lucida di fronte ai tradimenti mascherati da rivoluzioni poetiche, lo spettatore assiste a un lavoro sorprendente, un esperimento fuori programma in cui a contare sono proprio i silenzi, gli imbarazzi, le impasse, quel terreno di fertile contraddizione che il dominio della parola non può più manipolare. Non c’è alcun giudizio, ma un carosello di caratteri che impressionano per la naturalezza con cui sono catturati dal dispositivo essenziale del regista, in cui gli stessi attori sembrano mettere in gioco la propria identità nella consapevolezza di scrivere un racconto in tempo reale. C’è spazio anche per due viaggi italiani: in Sardegna, dove si parla di pecore e dei loro campanelli dai suoni ben distinti perché il pastore le riconosca – una provocazione sulle vanità del gioco dei sessi? – e a Napoli, dove alla gioia della fuga d’amore in nome della poesia si mescola immediatamente un malinconico senso di fine. In un cinema sempre più truccato e neodivistico, forse il film con una galleria di personaggi femminili tra i più autenticamente seducenti degli ultimi anni, compresa l’anziana moglie, che della giovinezza non ha mai perso la libertà, la forza, la sana risolutezza. Per chi crede che l’amore sia il ritorno a un’arcadia lontana, una divertente azione sovversiva ci rivela come, quell’ideale, non sia mai esistito se non nella mente dei poeti e sulle carte della letteratura.
La academia de las musas [id., Spagna 2015] REGIA José Luis Guerin.
CAST Raffaele Pinto, Rosa Delor, Emanuela Forgetta, Patricia Gil, Mireia Iniesta.
SCENEGGIATURA José Luis Guerin. FOTOGRAFIA José Luis Guerin. MONTAGGIO José Luis Guerin.
Drammatico, durata 92 minuti.