Il fattore economico
Dopo quindici anni di matrimonio e due figlie fatte insieme, Marie e Boris decidono di separarsi, ma la disoccupazione di lui e la discordia sulla divisione dei beni li costringono ad abitare nella stessa casa. Una situazione dalle conseguenze talvolta drammatiche, non solo perché i due litigano continuamente, ma anche e soprattutto in quanto il climax di tensione familiare ricade inevitabilmente sulle bambine, in quella che sembra essere una fase difficile da superare.
Ambientato quasi completamente in interni, Dopo l’amore è un film notevole e interessante per il suo particolare sguardo sulla crisi relazionale: se la tematica e la struttura di base non sono certamente nuove (basti pensare al kammerspiel di Ingmar Bergman Scene da un matrimonio), risulta abbastanza originale la prospettiva adottata dalla sceneggiatura, che si concentra soprattutto sull’influenza dei fattori economici sulla vita sentimentale. In questo senso, il titolo originale (L’économie du couple, ovvero “L’economia della coppia”) risulta assolutamente esemplificativo: infatti, qui tutti i rancori che vi sono tra i protagonisti, compresi quelli più intimi e personali, cominciano o vengono espressi da problemi che riguardano direttamente o indirettamente il denaro, come per esempio la disoccupazione di Boris, il valore della casa o le scarpe da comprare alle figlie. Questioni che sottendono anche un discorso sulla divisione tra le classi sociali, in quanto la diversa estrazione dei personaggi (Marie viene dalla borghesia, Boris dal proletariato) sembra essere uno degli elementi che ha contribuito alla rottura del rapporto, come s’intuisce da alcuni efficaci dialoghi. Qui, dunque, il regista Joachim LaFosse parte da vicende intime che si svolgono in luoghi privati (nell’opera quasi tutto avviene all’interno delle mura domestiche) per affrontare problematiche socioeconomiche al tempo stesso ampie e quotidiane, oltre che assolutamente contemporanee. Il tutto messo in scena in modo teso e intenso, merito sia della regia spesso incollata ai suoi protagonisti sia delle interpretazioni dei due attori principali, in particolare quella di Bérénice Bejo, che con il suo volto glaciale esprime tutto il nervosismo, la tristezza e la preoccupazione di un personaggio indurito e senza gioia, che ritrova la propria serenità in un solo, fugace momento. Elementi che rendono Dopo l’amore un lavoro solido e toccante, magari non originale nella struttura e nel soggetto, ma sicuramente interessante e acuto nel sottolineare la forte incidenza dell’economia sul privato.
Dopo l’amore [L’économie du couple, Francia/Belgio 2016] REGIA Joachim LaFosse.
CAST Bérénice Bejo, Cédric Kahn, Marthe Keller, Jade Soentjens, Margaux Soentjens.
SCENEGGIATURA Mazarine Pingeot, Fanny Burdino, Joachim Lafosse. FOTOGRAFIA Jean-François Hensgens. MONTAGGIO Yann Dedet.
Drammatico, durata 100 minuti.