Esordi mancati
Il cinema di genere non smette mai di esistere e, spesso, è il banco di prova per un regista esordiente: Martin Rosete con il suo Money si cimenta nel più classico dei thriller, calcando la mano sugli stereotipi del caso.
Money è un film breve che si consuma facilmente senza dover ricercare sottotrame cervellotiche: due amici soci in affari decidono di scappare con 5 milioni di dollari, ma proprio mentre stanno organizzando la fuga, durante una cena, una visita inaspettata bloccherà i loro sogni… ma niente è come sembra e i soldi fanno gola a tutti. Fin dai titoli di testa si intuisce la tesi che Rosete ci vuole proporre: i soldi sono il motore del mondo sia nel bene che nel male, e da essi l’uomo non può esimersi, anche se spesso sono causa di problemi. Lo sanno bene i due protagonisti che illudendosi di aver fatto il “colpo perfetto”, si ritroveranno a fare i conti con un gioco più grande di loro. Mai appropriarsi di qualcosa che non è tuo, il destino è sempre dietro l’angolo e saprà fotterti: crisi o non crisi, dall’alba dei tempi siamo stati avidi e la nostra bramosia ci conduce all’inferno. Passando alla struttura utilizzata da Rosete si può intravedere il peggio del thriller da tv movie con bellocci, lusso ostentato e recitazione ai minimi termini, con il cattivo di turno che magicamente sa fuggire dalle situazioni più complicate con una maestria invidiabile. Anche gli altri personaggi hanno un arco di trasformazione deludente: l’uomo che fa il passo più lungo della gamba ma che poi si pente, la moglie incredula e finta santa, l’amico strafatto di cocaina che non ha paura di niente e la sua compagna dal passato e presente dubbioso. Ma allo stesso tempo la situazione claustrofobica e l’utilizzo della macchina da presa, libera e “morbida”, risolleva l’attenzione dello spettatore, facendo uscire maggiormente le intuizioni registiche sulla banalità del plot e degli attori. In alcuni passaggi, in cui scorre il sangue e si mozzano dita, sembra che il film viri per una strada meno convenzionale, ma gli essenziali attimi di suspense fanno subito tornare alla realtà. Dispiace perché Money avrebbe potuto essere un esordio interessante ma – forse per il basso budget (che però non deve mai essere una scusa, anzi), o forse per l’inespressività attoriale – a conti fatti non sentiremo molto parlare di lui in futuro.
Money [id., USA/Spagna 2016] REGIA Martin Rosete.
CAST Jamie Bamber, Kellan Lutz, Jesse Williams, Jess Weixler.
SCENEGGIATURA Josep Ciutat. FOTOGRAFIA Jose Martin Rosete. MUSICHE Alfonso González Aguilar.
Thriller, durata 86 minuti.