Filmmaker International Film Festival, Milano, 25 novembre – 4 dicembre 2016
Il magnetismo della foresta
Mata Atlantica è, in lingua portoghese, il nome dato alla foresta che, almeno in origine, si estendeva per svariati milioni di chilometri quadrati sul territorio del Brasile. Ideale patrimonio di un’identità nazionale, questo ecosistema è stato soggetto nei secoli a un drammatico e violento processo di deforestazione, che lo ha ridotto a proporzioni irrisorie ma ne ha risparmiato, forse per ragioni turistiche, le parti più centrali del parco urbano di San Paolo.
Il film di Elisabeth Perceval e Nicolas Klotz, un mediometraggio molto attento a questa dicotomia tra città e natura al punto da restituirla con magnetiche panoramiche dall’alto, prende a pretesto la statua di un arcaico e misterioso fauno, che sopravvive al tempo e incarna la fantasia della seduzione più ineffabile, per raccontare la breve storia di una giovane ragazza, forse proiezionista in un cinema d’essai, che il fidanzato informa di questa creatura e che decide di andarla a cercare, da sola, nel verde diffuso e perturbante del parco. Forse vittima di un enigmatico inganno – che la natura, simile a una divinità, si sia impossessata del suo stesso uomo? – la ragazza incontrerà lungo il suo percorso anche una donna più anziana, attratta dallo stesso mistero probabilmente per un’intera vita, pronta a indicarle la via e poi dileguarsi. Anche la ragazza, di fronte alla visione della statua, sembra perdersi e non trovarsi più. Occorre un colpevole, forse è un africano che vaga per la foresta e di certo conosce i suoi segreti, forse in questo mito si radunano le premesse di uno scontro tra passato e presente che chiama in conto la Storia stessa del Brasile, la sua colonizzazione di cui oggi si additano le figure residuali: gli emarginati, gli stranieri, i poveri. Coloro che probabilmente sono più facilmente associati a quella imperscrutabile selva oscura, vittima di altrettante brutalità, ma scrigno pulsante di spettri, fantasmi, leggende ancora vive e rintracciabili. Il film non offre certezze o appigli narrativi convenzionali, allo spettatore non resta che perdersi lungo le sue molteplici possibili piste, sviluppate secondo un bassissimo tasso di finzione, proprio come si perderebbe nella foresta. Usciti dalla “mata atlantica”, tornati in città con addosso la magia di qualcosa di irripetibile, non poteva essere che una canzone di strada ad accompagnare la visione verso la sua conclusione. Tutto il racconto è nuovamente mito, già trasposto in ballata. La musica, arte ineffabile, è la porta del mistero, lo strumento più sicuro per rilanciare gli eventi senza esserne inghiottiti.
Mata Atlantica [id., Francia/Brasile 2016] REGIA Elisabeth Perceval, Nicolas Klotz.
CAST Sofia Carvalheira, Gregorio Graziosi, Fernando Klabin, Barbara Spanoudis.
SCENEGGIATURA Elisabeth Perceval. FOTOGRAFIA André S. Brandão, Nicolas Klotz. MUSICHE Ulysse Klotz.
Drammatico, durata 35 minuti.