Ci vediamo per suonare?
Con Yo-Yo Ma e i musicisti della via della seta, Morgan Neville si carica del compito di documentare l’ambizioso progetto del violoncellista Yo-Yo Ma, il Silk Road Project. Si tratta di un collettivo di oltre cinquanta musicisti che suonano gli strumenti tradizionali del loro popolo, nel segno dell’interculturalità e della pacifica convivenza.
La cosa gli riesce piuttosto bene perché a selezionare gli artisti c’è Yo-Yo Ma, il virtuoso del violoncello che sente il bisogno di stimoli differenti dalla musica classica per dare nuovamente un senso alla sua arte e, di conseguenza, alla sua vita segnata da un successo forse troppo precoce. Il film non può che procedere in modo corale, seguendo le prove e i concerti del progetto ma trovando la sua vera dimensione nei racconti personali di alcuni degli artisti (da questo punto di vista è stata operata un’ottima selezione), partendo proprio dal fondatore del gruppo che rimarrà il filo conduttore della narrazione. C’è Kayhan Kalhor che suona il kamancheh iraniano e porta nel film un po’ di politica del suo paese, Cristina Pato, una donna dall’atteggiamento punk che suona la cornamusa galiziana, Wu Man con la sua pipa cinese e Kinan Azmeh, il clarinettista siriano che vedremo contrabbandare strumenti musicali in Giordania per regalarli ai bambini nelle zone di conflitto.
C’è materiale a sufficienza per riempire tre film, eppure lo stile di Morgan Neville, un documentarista che si è specializzato sul mondo della musica vincendo anche un Oscar per 20 Feet from Stardom, può annoiare perché non scende mai in profondità nei pur numerosi temi che il film sfiora. È difficile dire se si tratti di mancanza di tempo oppure di una scelta deliberata. I momenti in cui si parla di politica sono molto brevi e si limitano a una generica condanna della guerra, eppure sono ben accetti perché portano un po’ di conflitto in Yo-Yo Ma e i musicisti della via della seta, che col suo stile emozionale e visivamente accattivante rischia di restare un noioso video musicale che pubblicizza la cooperazione pacifica tra i popoli. Nulla di deprecabile ma per quello bastava Imagine. Se si riesce, tuttavia, a digerire la mancanza di sostanza – che del resto affligge anche il successivo Keith Richards – Under the Influence –, il documentario di Neville può essere un’esperienza molto piacevole per la qualità della musica e per la ricchezza visiva data anche dalla varietà di paesaggi e dalla notevole quantità di strumenti etnici e classici che vedremo suonati.
Yo-Yo Ma e i musicisti della via della seta [The Music of Strangers, USA 2015] REGIA Morgan Neville.
CAST Yo-Yo Ma, Kinan Azmeh, Kayhan Kalhor, Cristina Pato, Wu Man.
SOGGETTO Morgan Neville. FOTOGRAFIA Graham Willoughby. MONTAGGIO Helen Kearns, Jason Zeldes.
Documentario, durata 96 minuti.