34° Torino Film Festival, 18 – 26 novembre 2016, Torino
SPECIALE TFF34
Commedia alla greca
Sommariamente caratterizzata da vicende off-limits, atmosfere claustrofobiche e immagini “antiestetiche”, la “nuova onda greca” è una delle più originali e interessanti cinematografie contemporanee, capace di gettare uno sguardo fortemente critico sull’attuale società ellenica ed europea.
Dal punto di vista formale, Suntan di Argyris Papadimitropoulos (presentato al 34° Torino Film Festival nella sezione “Festa Mobile”) sembra lontano da opere come Dogtooth o Miss Violence, in quanto più classico e convenzionale nella sua narrazione lineare e nelle sue inquadrature “corrette” e “pulite”. Ma dei suoi contemporanei, il film mantiene quasi tutto lo spirito caustico e sarcastico, ricordando per la sua amara ironia – presente soprattutto nella prima parte – anche la commedia all’italiana e in particolare La voglia matta di Luciano Salce, almeno per il plot iniziale. Similmente alla pellicola con Ugo Tognazzi la storia verte su un uomo di mezza età (in tal caso il medico di un piccolo paese greco) che durante la stagione estiva conosce una comitiva di ventenni e viene attratto sessualmente da una ragazza del gruppo della quale s’innamorerà perdutamente. Nonostante sia raccontata in modo scorrevole e con toni apparentemente leggeri, tale vicenda racchiude in realtà dei contenuti assolutamente drammatici, che si rivelano in tutta la loro forza nel secondo tempo, dominato da un climax inquietante nel quale la tragedia sembra essere sempre imminente. Uno svolgimento narrativo che unisce quindi angoscia e umorismo per descrivere un uomo frustrato e fallito, solo e perso in una passione incontrollabile, complice il desiderio impossibile di ritornare giovane e, magari, ricominciare da capo la propria vita. E se il protagonista risulta patetico, la comitiva di ventenni non è meno “mostruosa”, in quanto vanitosa e superficiale, priva di comprensione o empatia, desiderosa soltanto di sesso e divertimento, proprio come alcuni degli abitanti più gretti e volgari dell’isola. Qui, dunque, non si salva (quasi) nessuno, e viene mostrata un’umanità alla deriva, spesso sbronza e alterata, persa tra solitudine ed effimero svago, sfogo e frustrazione. È proprio questo sguardo sarcastico e pessimista sull’uomo e la società che accomuna Suntan ai titoli di Lanthimos e Avranas, i quali risultano però distanti sotto molteplici aspetti formali e narrativi. E mentre i più conosciuti film della “nuova onda greca” lavorano soprattutto per allegorie, l’opera di Papadimitropoulos risulta più semplice e diretta, rappresentando per questo una possibile via ellenica a un cinema al tempo stesso intelligente e popolare. Proprio com’era la commedia all’italiana.
Suntan [id., Grecia 2016] REGIA Argyris Papadimitropoulos.
CAST Makis Papadimitriou, Elli Tringou, Dimi Hart, Hara Kotsali, Milou Van Groesen.
SCENEGGIATURA Argyris Papadimitropoulos, Syllas Tzoumerkas. FOTOGRAFIA Christos Karamanis. MUSICHE Yannis Veslemes.
Commedia/Drammatico, durata 104 minuti.