34° Torino Film Festival, 18 – 26 novembre 2016, Torino
SPECIALE TFF34
Poesia dolente
Il cinema di Terence Davies si è spesso concentrato sul tempo e sui mutamenti da esso operati tramite una poetica che utilizza flashback, oggetti e scenografie per rimandare in senso nostalgico e malinconico a un passato che non esiste più. Non deve quindi stupire se il suo ultimo lavoro A Quiet Passion (presentato al 34° Torino Film Festival nella sezione Festa Mobile), pur raccontando la vita e l’opera letteraria di Emily Dickinson non sia un classico biopic, ma piuttosto un’altra riflessione sullo scorrere del tempo, sui suoi cambiamenti e sul cammino che ci porta verso la morte.
Problematiche poste non solo da una regia che sottolinea (a volte eccessivamente) l’invecchiamento dei personaggi e che si sofferma su stanze vuote che rimandano ad assenze e a vite che non ci sono più, ma anche da una narrazione assolutamente cronologica e lineare. Qui Davies rinuncia ai salti temporali di Voci lontane… sempre presenti, scegliendo invece di rispettare l’ordine degli eventi per sottolineare con più forza lo scorrere dell’esistenza della protagonista. Una vita, quella di Emily Dickinson, a tratti monotona e lenta come il ritmo del film, ma tuttavia soggetta a cambiamenti fattuali e psicologici − spesso negativi −, come emerge indirettamente anche dal mutamento umorale di alcuni specifici dialoghi: mentre nella prima parte le osservazioni al vetriolo della poetessa su religione e società risultano ironiche e argute, nella seconda sono deprimenti e si fanno riflesso non solo e non tanto della sua intelligenza, ma anche e soprattutto della sua profonda sofferenza esistenziale. Evoluzioni seguite anche dalla fotografia, che parte piuttosto solare per diventare gradualmente sempre più cupa e deprimente. Tutte caratteristiche che fanno di A Quiet Passion anche un’opera sull’infelicità, su una vita più segnata da perdite e da assenze (di un amore ricambiato, di un’amicizia vera e profonda) che da desideri compiuti ed esperienze vissute. Quella della Dickinson è dunque una sofferenza profonda e “giustificata”, che l’autore non rimarca tramite il flusso di coscienza come in altri suoi lavori, ma piuttosto con la lettura in voice over delle poesie della scrittrice, presenti non solo per omaggiare la sua letteratura, ma anche per rispecchiare le sue idee e i suoi sentimenti. Elementi narrativi e formali che rendono il film in questione sicuramente compassato e difficile, rigido e mortifero, ma anche coerente e compatto, visivamente raffinato, di dolente poesia e struggente bellezza.
A Quiet Passion [id., Gran Bretagna 2016] REGIA Terence Davies.
CAST Cynthia Nixon, Jennifer Ehle, Jodhi May, Catherine Bailey, Emma Bell, Duncan Duff.
SCENEGGIATURA Terence Davies. FOTOGRAFIA Florian Hoffmeister. MUSICHE Ian Neil.
Drammatico, durata 125 minuti.