Quant’è difficile a volte buttarsi nella mischia
Dire che Ben Palmer ha fatto bene i compiti per casa in vista del suo secondo lungometraggio non è un azzardo totale: avvezzo al mondo dei serial grazie a una felice collaborazione con le più importanti emittenti britanniche (è infatti sua la regia di alcuni delle sitcom più seguite a Londra e dintorni dagli anni 2000 in qua), lo scaltro Palmer conosce a fondo i meccanismi dello share tanto quanto le inclinazioni dei telespettatori.
Per portare alla luce l’ennesima trasposizione di celluloide sugli arcani meccanismi dell’innamoramento sceglie perciò di affidarsi a una giovane ma apprezzata sceneggiatrice televisiva (Tess Morris) nonché a un solido e blasonato cast di attori costantemente presenti al cinema, in tv e a teatro come Simon Pegg o Harriet Walter (che in Orgoglio e pregiudizio di Ang Lee prestava il volto all’arcigna Fanny Dashwood, ostacolo della felicità amorosa di Emma Thompson). Se da un lato Man Up fa indubbiamente l’occhiolino alla brillante commedia statunitense della fine del XX secolo (quella in stile Ephron, Meyers e Allen per intenderci) e per l’appunto inscena – consentitemi di tirare in ballo giocosamente altri film ai quali qui Palmer fa l’eco – un istrionico casuale Appuntamento al buio (sì, proprio quello del maestro Blake Edwards) dove accade Tutto quella notte (innamoramento compreso, come nell’opera prima di Chris Columbus), l’acume delle battute e la vivezza delle strampalate situazioni raccontate hanno tutte il sapore del pungente puro humour inglese. Favorito da una bella carrellata iniziale, dalla forte intesa chimica della coppia di protagonisti in stato di grazia col copione – in particolar modo Lake Bell – che restituiscono sullo schermo dei personaggi freschi e naturali, da una brillante dialettica dei dialoghi e da esilaranti gag senza sosta, Man Up risulta essere un ingranaggio ben oliato che funziona fino a praticamente tre quarti del film. Sforato il quarantacinquesimo minuto, sfortunatamente, l’opera inizia a perdere un po’ di colpi arrancando per via di battute gratuite a sfondo sessuale, discutibili performance danzerecce sulle note di The Reflex dei Duran Duran e un finale zuccheroso forse un po’ troppo teatrale. A conti fatti, comunque, l’esperienza del regista riesce a fargli recuperare gli scivoloni e farlo rimanere fedele all’idea suggerita dal titolo. Pur non conoscendosi affatto, Nancy e Jack hanno molto in comune: professionalmente realizzati, tentano maldestramente di restare a galla nella sfera privata nonostante le brutte delusioni amorose che faticano a dimenticare. Incontratisi casualmente, ingaggiano un blind dating basato su bugie, simulazioni e momenti di (in)sana follia. Riusciranno finalmente a voltare pagina per andare incontro al futuro e all’amore?
Man Up [id., Gran Bretagna/Francia 2015] REGIA Ben Palmer.
CAST Lake Bell, Simon Pegg, Harriet Walter, Rory Kinnear.
SCENEGGIATURA Tess Morris. FOTOGRAFIA Andrew Dunn. MUSICHE Dickon Hinchcliffe.
Commedia, durata 88 minuti.