Perché è un bravo ragazzo
È brutto lavorare per il tuo compleanno, soprattutto se di lavoro fai il sicario. Schneider però non può rifiutarsi: il suo bersaglio, lo scrittore Bax, va fatto fuori prima di sera.
Con Schneider Vs. Bax, l’olandese Alex Van Warmerdam torna a mettere in scena la banalità del male, dopo il satirico Borgman vincitore a Cannes 2013. Schneider e Bax sono opposti in tutto. Il primo ha una famiglia perfetta, un’appropriata vita sociale e un’attitudine a programmare tutto con minuziosa pedanteria. Il secondo ha una figlia depressa, una capanna in mezzo a una palude e vive alla giornata fumando erba e trangugiando whisky con metanfetamine. In comune hanno solo il mandante e tanto basta a scatenare il caos. A partire da una sceneggiatura permeata di humor nero, Alex Van Warmerdam sviluppa una critica sociale meno brillante del cinema dei Coen e meno spiazzante di de la Iglesia. Ma è efficace nella specularità con cui tratteggia i protagonisti per poi spingerli oltre il limite delle loro bizzarre routine. Per Schneider, quello del sicario è un mestiere da svolgere con tecnica, come ci ricordano capanni e attrezzi che lo circondano continuamente. Alla sua meticolosità si contrappone l’indolenza di Bax, interpretato dallo stesso regista, più propenso a evitare le rogne con noncurante spirito bohémien, in virtù di quel lato artistico che lascia intendere di possedere. Tra l’uno e l’altro gli ostacoli abbondano: da una figlia apparentemente infantile, che adora le favole e i cereali, a un’apprensiva mogliettina che telefona nei momenti peggiori, passando per un nonno maniaco sessuale e una malcapitata prostituta, tutti rigorosamente intenti a incasinare il fatidico duello contribuendo all’ineluttabile entropia del caso. Equivoci e incomunicabilità, così come l’abissale incomprensione tra i personaggi, si riflettono in distese acquitrinose, porte chiuse e pareti imperscrutabili, mentre binocoli, telefoni e mirini sopperiscono malamente ad accorciare incolmabili distanze. Anche la fotografia, in un ipersaturo lucore, ammanta la vicenda di un effetto straniante, amplificato dalla recitazione algida e dai dialoghi surreali. L’ironia verso le maschere sociali si estende nella parodia dei generi, dal western al film di spionaggio, passando per il dramma familiare. Un potenziale di spunti e intenzioni che, pur senza esprimersi pienamente prima di risolversi nel finale, innesca un film tutto sommato godibile. Alla fine resta allo spettatore la curiosità che attanaglia anche la moglie: riuscirà il povero Schneider a rincasare in tempo per le candeline?
Schneider Vs. Bax [Id., Olanda 2013] REGIA Alex Van Warmerdam.
CAST Jan Bijvoet, Hadewych Minis, Jeroen Perceval, Alex Van Warmerdam.
SCENEGGIATURA Alex Van Warmerdam. FOTOGRAFIA Tom Erisman. MUSICHE Alex Van Warmerdam.
Commedia/Thriller, durata 94 minuti.