Se nel 2000 Grande Fratello era rappresentazione di anni privati di sostanza dal voyeurismo e dall’indolenza sociale, oggi, nel primitivo 2016, la versione Vip è metafora di una tv commerciale in ginocchio che si poggia sui suoi detriti e su quelli della definizione stessa di Very Important Person.
Alla guida di Grande Fratello Vip, caravanserraglio tutto lustrini e nudità, c’è Ilary Blasy. Romana de Roma senza troppa delicatezza taglia corto, scuote i concorrenti e il più delle volte li deride. Utilizza lo stesso atteggiamento con l’ex paladino del tutto e del niente Alfonso Signorini, declassato a creatore di hashtag, ormai costantemente in piedi, come per prendere fisicamente posto, pronto a snocciolare melliflue tirate moraleggianti, infarcite di frasi fatte. Ex, soubrette, tronisti, sportivi, e nuovi volti, gettati lì per rincorrere il successo in un perenne freeze di situazioni e luoghi comuni. Costantino Vitagliano (The Lady) continua a parlare di sé in 3^ persona mentre Andrea Damante (tronista) racconta la sua storia d’amore. Valeria Marini, in abiti succinti e trucco marcato, signora a sua insaputa dei social, continua nella sua opera di seduzione mentre Mariana Rodriguez si offre e si nega, ricalcando i passi della sua omonima. Su tutto questo, in bilico tra il vecchio e il vecchissimo, c’è il controllo costante del gf che muove le pedine, mostrando ciò che ci si aspetta: l’“intellettuale” (Elenoire Casalegno), la simpatica (La Ciociara), l’equidistante (Laura Freddi), il naif (Bosco). Il corpo autoriale del gf è simile ai suoi protagonisti, desideroso di celebrità, speranzoso che si parli di lui, vorace di ascolti e di prime pagine. Così è stato, si è smosso addirittura il Ministro Orlando. È fintamente e tristemente moraleggiante che gli autori del Grande Fratello si stupiscano di sentir parole sessiste da fini intellettuali quali Stefano Bettarini e Clemente Russo. In una rozza e ignorante dissertazione sulla vita coniugale e non del primo i due ripropongono una sceneggiata in cui il pugile insulta l’ex moglie del calciatore ma glorifica l’amico, rei entrambi della stessa colpa: il tradimento. Sono riprovevoli e condannabili le affermazioni violente di Tatanka – “avresti dovuto lasciarla lì, morta nel letto” – ma lo sono allo stesso modo le scelte registiche e autoriali che hanno scelto i personaggi e imbastito un caso su qualcosa di serio e drammatico per vincere sul competitor. Si poteva immaginare che il calciatore con la testa tipo panzer e il virile e muscolare atleta olimpico potessero essere abitati da questi pensieri. È altrettanto gretto motivare l’eliminazione – lo si badi bene solo di Russo e non dell’erculeo Bettarini che ha un’unica colpa di essere estremamente virile – con un “se vuoi fare questi discorsi vai a farli al bar”. Il Grande Fratello Vip è specchio di tutto il brutto che c’è, di assenza di idee, di riflessione e di scrittura. Povera televisione.