2° Presente Italiano – Il cinema che non ti aspetti, 8 – 16 ottobre 2016, Pistoia
I mostri in libertà
La buona uscita, primo lungometraggio di Enrico Iannaccone, già vincitore di un David di Donatello per il Miglior Cortometraggio con L’esecuzione, è un film all’inizio indecifrabile.
I gesti apparentemente incomprensibili, i dialoghi e i movimenti artificiosi, un uso forte e straniante dell’inquadratura: tutto fa sì che non si capisca subito entro quali confini il film scelga di porsi nel raccontare la storia di Marco Macaluso, imprenditore ricco e di successo che organizza la sua sparizione dopo aver provocato la bancarotta della propria azienda, non prima di aver incastrato un disgraziato prestanome. La faccia sorridente di Marco suggerisce la cifra surreal-grottesca, ma via via che passano i minuti e si susseguono le azioni del personaggio si comprende che no, Marco è proprio così, perennemente sorridente nei confronti di una vita di agi non meritati, felice della sua ricchezza, del suo individualismo estremo e della sua mancanza di scrupoli. In una Napoli piovosa di scorci inediti e interni sezionati abilmente dalla regia, Marco e i suoi pari parlano in interminabili dialoghi che invece di aggiungere senso alle azioni le svuotano di ogni eventuale pretesa di sovrainterpretazione: l’immutabile distinzione tra privilegiati e poveracci, ovvero quelli “coi problemi”, che lavorano per mangiare o che, come Mario Minale, non hanno più nulla, è il motore della tragicommedia umana vampirizzata dai Macaluso. Una donna compare ogni tanto in episodi apparentemente sconnessi dal resto, finché non è svelato il suo nome e il suo legame con Marco: Lucrezia Sembianti, la professoressa che ha fatto della promiscuità una missione, una modalità di esplorazione, come dichiara lei stessa (finché la mezz’età non l’ha convinta a “sistemarsi”), è un’altra versione meno dannosa di fame di vita e godimento. La libertà esistenziale senza freni che apparentemente la accomuna a Marco nasconde in realtà una distanza che il materiale filmico sottolinea a più riprese: prima spazialmente, quando i due dialogano nella spa da due piscine diverse; poi strutturalmente, quando Marco sparisce e Lucrezia emerge in primo piano; infine come poli opposti, quando Lucrezia cerca senza successo di denunciarlo. Ma il potenziale scontro etico non fa nemmeno in tempo a scattare, seppellito dal ghigno di Marco. È sorprendente l’uso consapevole di ogni elemento linguistico a disposizione del regista e sceneggiatore, che tra Buñuel e Ferreri rende La buona uscita un film tanto originale quanto efficacemente straniante. Superbe anche le prove d’attore: accanto a Gea Martire, spicca il talento del non professionista Marco Cavalli, la cui paresi sorridente da vincitore assoluto non può che essere anche maschera mostruosa.
La buona uscita [Italia 2016] REGIA Enrico Iannaccone.
CAST Marco Cavalli, Gea Martire, Andrea Cioffi, Enzo Restucci.
SCENEGGIATURA Enrico Iannaccone. FOTOGRAFIA Umberto Manente. MUSICHE Enrico Iannaccone.
Drammatico, durata 97 minuti.
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