60° BFI – London Film Festival, 5-16 ottobre 2016, Londra
Telegiornale con sorpresa
Nel 1974, la giornalista del canale televisivo locale WXLT-TV Christine Chubbuck si uccise in diretta durante il telegiornale che stava conducendo. La storia ha avuto abbastanza risonanza al tempo da essere ancora nella coscienza collettiva statunitense.
Il fatto che la fine di Chubbuck sia in qualche modo una premessa implicita rende il suo ritratto ad opera del regista Antonio Campos (Afterschool, Simon Killer) ancor più intrigante e inquietante. Campos ripercorre le ultime settimane della vita di Chubbuck documentando il suo sempre più rapido deterioramento mentale mentre allontana chiunque cerchi di darle una mano. L’indubitabile cuore del film è la performance di Rebecca Hall, in quello che potrebbe essere il ruolo migliore che abbia mai interpretato. La performance fisica di Hall, dalla voce monotona ai tic al modo di camminare, è talmente perfetta da risultare sinistra. La sua Christine è elettrica, gradualmente più instabile, intensa al punto da mettere lo spettatore a disagio; fa venir voglia di distogliere lo sguardo, ma contemporaneamente lo rende impossibile. Campos si tiene bene alla larga dal tentare di psicoanalizzare il suo personaggio o di trovare ragioni inesistenti alla sua scelta: si limita a presentare i fatti e a lasciare che Rebecca Hall faccia il resto. Attorno a lei, Campos assembla un film ineccepibile. Il cast di personaggi secondari (in particolare un istrionico re delle basette Michael C. Hall) è definito abbastanza da avere una presenza significativa, ma non così tanto da far spostare l’attenzione da Christine, al centro sempre e comunque, un’estensione narrativa impeccabile dell’ossessione di Chubbock per se stessa. La scenografia e i costumi riprendono il gusto degli anni ’70 senza renderlo caricaturale e troppo glamorous rispetto alla quotidianità dei personaggi. Il vero tocco da maestro di Campos è quello di scegliere una narrazione poco affollata, in qualche modo anticlimatica, che paradossalmente crea ancora più tensione mentre i minuti scorrono e ci si avvicina al finale inevitabile della storia di Christine Chubbuck. Sia Campos che Hall evitano di sentimentalizzare o drammatizzare la storia di Chubbuck, tentando di renderla una vittima incompresa come si rischierebbe di fare con un ruolo del genere. Il ritratto che ne fanno è intelligente e ipnotico, che fa ridere a tratti ma gelare il sangue molto più spesso.
Christine [Id., USA 2016] REGIA Antonio Campos.
CAST Rebecca Hall, Michael C. Hall, Tracy Letts, Maria Dizzia.
SCENEGGIATURA Craig Shilowich. FOTOGRAFIA Joe Anderson. MUSICHE Danny Bensi, Saunder Jurriaaans.
Drammatico/Biografico, durata 115 minuti.