SPECIALE ITALIANA DOC
Casa è dove puoi ballare con qualcuno
In una base militare dismessa a sud di Los Angeles e a trentacinque metri sotto il livello del mare, senza elettricità e acqua corrente, vive una piccolissima comunità di senzatetto. È uno spazio quasi sacrale, desertico, ma comunque sia umilmente vivibile.
C’è chi si trova lì perché non ha più niente, chi invece perché è alla ricerca di solitudine. Tutti però sono accomunati da tristi storie da raccontare, che pian piano emergono davanti al cine-occhio solo apparentemente impassibile di Gianfranco Rosi. Il regista li segue infatti giorno per giorno, cercando di capire ogni volta su quale specifico momento espresso dalle loro emozioni insistere, ma allo stesso tempo lasciandoli liberi di far emergere spontaneamente ogni gesto e ogni sensazione. Sono naturalmente, in buonissima parte, gli istanti legati al quotidiano che ci raccontano la dimensione più personale di questi personaggi: il modo in cui si preparano il pranzo, fanno una (rara) doccia o accudiscono il loro cane sono appunto le linee guida che ci permettono di comprendere, attraverso il mostrarsi di una singola azione, la tipologia caratteriale di ognuno degli individui di questo piccolo nucleo sociale. La narrazione dunque è un flusso che segue la vita nel suo svolgersi, ed è quindi un qualcosa che compone l’ossatura del film a seconda di quale sia in quel preciso attimo l’evento più importante (e magari inaspettato) da riferire. Ed è scontato dire che, in questo procedere, grande è il lavoro di un montaggio che lima le parti più taglienti e smussa gli angoli più problematici con un’eleganza e una delicatezza inconsuete. Ma Rosi è molto bravo anche a circoscrivere lo spazio che contiene il tempo quasi congelato di questa comunità, accompagnandola in qualche sporadico momento fuori da esso, e definendola nella sua capacità più o meno stravagante di interagire anche con chi non le appartiene. Tuttavia il fulcro di questo documento risiede senza ombra di dubbio nelle immagini che ci mostrano la vita all’interno di ognuna delle abitazioni più o meno improvvisate (dallo scuolabus rottamato, alla roulotte, alla tenda da campeggio) di questa collettività; luoghi intimi, odiati e amati allo stesso tempo, perché permettono a chi li abita di comprendere quanto il concetto di dimora sia spesso un prolungamento delle nostre interiorità. Nell’ultima sequenza, in una notte profonda illuminata solo da uno o due falò e da qualche lucina elettrica colorata, la comunità, che si è prodigata nell’organizzazione di un piccolissimo e intimo festival musicale, danza su un country-blues cantato da uno dei suoi componenti. Stephen King, in un suo recente romanzo, così scriveva: “«Casa» è dove puoi ballare con qualcuno, e la danza è vita”.
Below Sea Level [id., Italia/USA 2008] REGIA Gianfranco Rosi.
SOGGETTO Gianfranco Rosi. FOTOGRAFIA Gianfranco Rosi. MONTAGGIO Jacopo Quadri.
Documentario, durata 110 minuti.