Dory’s Big Adventure
A distanza di tredici anni dal fortunato Alla ricerca di Nemo (che ha avuto anche una riedizione cinematografica in 3D), la Pixar – leggere Disney – torna sui suoi passi e ci racconta per la seconda volta una storia di viaggi oceanici.
Stavolta, però, il protagonista è Dory, probabilmente il personaggio più amato di Alla ricerca di Nemo. Dory è un’ultraquarantenne zitella dall’animo semplice, di quelle che giocano coi figli degli altri e se la spassano pure, la cui difficoltà a ricordare le cose è fonte di infinite gag. Così sarebbe se non ci trovassimo nell’universo della favola disneyana, fatto di animali dalla psicologia umana, quindi Dory prende la forma di un pesciolino blu molto simpatico che soffre di perdita della memoria a breve termine. Ha scordato pure che deve ritrovare i suoi genitori dopo averli perduti quando era ancora un pesciolino. Poi, mentre assiste a una lezione sui pesci migratori che usano l’istinto per tornare a casa, se lo ricorda e parte per un lungo viaggio portandosi dietro Nemo e suo padre. I riferimenti ad Alla ricerca di Nemo sono molteplici ed è consigliabile averlo visto per apprezzare nel modo migliore il nuovo lavoro di Andrew Stanton. Nonostante ciò, Alla ricerca di Dory è molto differente dal suo film predecessore: se il padre di Nemo era Frodo, un piccolo ma coraggioso pesce pagliaccio che doveva lasciare la barriera corallina e confrontarsi con un’avventura di proporzioni epiche, Dory somiglia più a Pee-Wee (Pee-Wee’s Big Adventure), vale a dire che è un protagonista semplice e sbadato che procede sempre in modo rocambolesco ma, in un modo o nell’altro, gli va sempre bene. Il paragone col film di Tim Burton termina qui perché Alla ricerca di Dory è un film sulla disabilità, che tenta di ridere civilmente sulla condizione del pesciolino perennemente inconsapevole impegnandosi nel contempo a rendere drammatico e, in qualche momento, lacrimevole il suo problema. Il film ci riesce piuttosto bene e, a parte qualche contraddizione (la disabilità di Dory ci commuove ma ridiamo stupidamente del leone marino ritardato o dell’uccello deperito), appare evidente che ci troviamo di fronte a un sequel di qualità. Alla ricerca di Dory resta un film minore se confrontato con gli altri Pixar, non ha il coraggio di Up né porta con sé le novità di Alla ricerca di Nemo, ma non è nemmeno un’operazione senz’anima come è stata Cars 2. Somiglia più a Toy Story 2, ovvero un sequel di ottima fattura anche se, per vari motivi, non è memorabile come il suo predecessore.
Alla ricerca di Dory [Finding Dory, USA 2016] REGIA Andrew Stanton, Angus McLane.
CAST (DOPPIATORI ORIGINALI) Albert Brooks, Ellen DeGeneres, Ty Burrell, Diane Keaton.
CAST (DOPPIATORI ITALIANI) Carla Signoris, Luca Zingaretti, Massimiliano Rosolino, Baby K.
SCENEGGIATURA Andrew Stanton, Victoria Strouse. MONTAGGIO Axel Geddes. MUSICHE Thomas Newman.
Animazione, durata 97 minuti.