Tra identità e memoria
Reykjavik, Islanda. È notte fonda quando l’ex-agente operativo della CIA Nicky Parsons (Julia Stiles) arriva presso un centro di hackeraggio clandestino e inizia a scaricare file confidenziali direttamente dal database di Langley. Contemporaneamente, lungo il confine greco-albanese, un agente speciale della CIA fuoriuscito combatte a mani nude contro bestie feroci e fantasmi del passato, perso in una nebulosa di ricordi e bugie che gli impedisce di trovare pace.
Come lui nessuno mai (?). Dopo il capitolo in forma di spin-off The Bourne Legacy (2012) di Tony Gilroy con Jeremy Renner, Matt Damon e Paul Greengrass si riuniscono per il quarto capitolo della saga ispirata ai romanzi di Robert Ludlum, e incentrati sulla figura dell’agente perseguitato, e in fuga perenne, Jason Bourne. In questa nuova produzione cinematografica torna tutto il repertorio stilistico e narrativo che ha reso i film dedicati all’agente alla ricerca della sua identità un franchise mainstream alla Mission: Impossible: spettacolarità garantita ma con un messaggio di fondo volto a tematiche di rilevanza attuale. Come per l’adrenalinico percorso ad ostacoli di Ethan Hunt, Bourne si muove lungo un tragitto familiare agli spettatori sia nella sua rappresentazione spaziale (geografia dei luoghi, delineazione degli ambienti), sia nel suo sviluppo temporale (eventi che si svolgono paralleli e si sovrappongono, climax legati alle scene di azione più complesse). Da questi elementi di base origina una logica discorsiva che frammenta lo spazio rendendolo dinamico, e accelera il tempo creando tensione visiva ed emotiva – gli schermi si moltiplicano, le località si succedono un’azione dopo l’altra, panoramiche, zoom e riprese in mobilità fanno da collante tecnico. Le sequenze di azioni più importanti (l’inseguimento in moto e in macchina ad Atene e Las Vegas rispettivamente, il confronto/scontro Jason-villain) hanno un timing interno ed un editing di supporto perfetti; il cast – da Vincent Cassel a Matt Damon, da Tommy Lee Jones ad Alicia Vikander e Riz Ahmed – regala performance conformi ai ruoli assegnati, senza mai eccedere. Un film che si fa vedere, e gustare, con la consapevolezza di aver già rivelato le regole del gioco, ma che non si astiene dal mettere – letteralmente – in scena una realtà dalle problematicità evidenti e pericolose, come quelle legate all’uso della tecnologia per creare una condizione di sorveglianza totale, a rischio di privacy e libertà individuali. La consapevolezza come unico antidoto al controllo: vedere per capire, e per colpire il Sistema al cuore con le sue stesse armi. È la firma di Jason che, prima di scomparire, scopre il bluff e ferma la manipolazione. Tornerà, potete contarci.
Jason Bourne [id., USA 2016] REGIA Paul Greengrass.
CAST Matt Damon, Tommy Lee Jones, Vincent Cassel, Alicia Vikander, Julia Stiles.
SCENEGGIATURA Paul Greengrass, Christopher Rouse. FOTOGRAFIA Barry Ackroyd. MUSICHE John Powell, David Buckley.
Azione/Drammatico/Thriller, durata 123 minuti.