13° Magna Graecia Film Festival, 23-31 luglio 2016, Catanzaro Lido
Incantesimi di parole
Riproposta durante la 13°edizione del Magna Graecia Film Festival, l’opera prima di Ferdinando Cito Filomarino, Antonia, svela l’esistenza segreta e l’inquietudine di un’intellettuale italiana i cui scritti furono pubblicati postumi e la cui fama letteraria fu riconosciuta nella sua urgenza poetica da Eugenio Montale che la definì “un messia della natura, e della natura umana”.
“Per troppa vita che ho nel sangue/tremo/nel vasto inverno..”. Così inizia Sgorgo, inno disperato ad una struggente pienezza esistenziale, composto il 12 gennaio 1935. La breve storia di Antonia Pozzi, incantatrice di parole, studiosa di greco e latino presso il liceo Manzoni di Milano, appassionata di musica e fotografia, scorre via come un torrente in piena inebriata dalle luci e dalle ombre di una vita segreta, imprigionata senza scampo dalle catene borghesi di una famiglia che le nega amori e conforto. Gli ultimi dieci anni della sua esistenza inquieta, consumata tra le turbolenze emotive per il professor Cervi, le effusioni romantiche con l’amica e le frequentazioni occasionali, compongono un mosaico prezioso in cui il cineasta riannoda i fili delle memoria per parlare di una donna che sembra voler azzannare la vita da ogni parte, ma che ne risulta infine vinta a causa di un tedio che l’accompagna inesorabilmente. Dalla sua frenesia traboccante parole, squarci di contemplazione divina sulla natura dell’uomo e delle cose, scaturisce un racconto ellittico, dai tempi dilatati e contemplativi – le scalate sulla Valsassina, gli attimi di sospensione sul ciglio di un’altura, i momenti casalinghi di raccoglimento sulle note di Va di Piero Ciampi – in netta controtendenza rispetto all’omologazione di cui soffrono oggi le produzioni cinematografiche italiane. La soluzione narrativa adottata non forza sulla celebrazione postuma, ma riabilita la figura femminile che visse durante il Ventennio fascista attraverso un girato che si plasma, letteralmente, sul corpo sensuale e nervoso della poetessa, interpretata da Linda Caridi, i cui spasmi incontrollati e le cui immobilità consentono alla sua scrittura intima e crepuscolare di sgorgare come un tremolio indistinto per le “mute stanze”. Simile a Bright Star, il film di Jane Campion indugia sull’analogia tra vertigine amorosa e deperimento fisico, quello di Ferdinando Cito Filomarino insiste sull’eterogeneità dell’amore di Antonia che diventa forza creativa per superare la gabbia delle convenzioni sociali, nonostante la corroda dentro e fuori; la prima pellicola esalta la passione di John Keats per l’amata Fanny Brawne, la seconda lascia trasparire un sentimento di condivisione universale che una “bright star” appassionata ha espresso nei suoi versi, itinerario biografico di un’anima solitaria che ad appena ventisei anni decise di uccidersi nei pressi dell’Abbazia di Chiaravalle.
Antonia [id., Grecia/Italia 2015] REGIA Ferdinando Cito Filomarino.
CAST Linda Caridi, Filippo Dini, Alessio Praticò, Maurizio Fanin, Federica Fracassi.
SCENEGGIATURA Ferdinando Cito Filomarino, Carlo Salsa. FOTOGRAFIA Sayombhu Mukdeeprom.
Biografico, durata 96 minuti.