SPECIALE PIETRO MARCELLO
La magia della maschera
Non esiste un solo modo di raccontare il mondo racchiuso dal film di Pietro Marcello. Ogni personaggio viene estratto dal suo mondo di appartenenza e catapultato in una realtà della quale impara gradualmente la logica, creando così una selva di narrazioni tutte diverse fra di loro ma dirette verso un obiettivo comune: il racconto dell’Italia.
Dalle viscere del Vesuvio, dai meandri della tradizione campana, Pulcinella cala sulla Terra per correre in aiuto di Tommaso. La sua è una figura liminale, di passaggio fra l’uomo e la bestia, un tramite fra il regno dei vivi e quello dei morti: un archetipo immortale la cui caducità è conservata grazie alla magia della maschera. Il realismo magico si dissolve lasciandosi dietro la scia di lacrime del bufalo Sarchiapone, novello Dante Alighieri svegliatosi alle porte di una città dolente chiamata San Tammaro. Grazie ad un occhio grandangolare e ai vantaggi concessi alla sua natura bestiale, di poter osservare con estrema libertà e di render conto solo allo spettatore attraverso i suoi pensieri, Sarchiapone si rivela il migliore dei narratori possibili. Ma, d’altro canto, anche il più indicato a farsi carico del peso drammatico della storia. Attraverso paesaggi dai colori viscontiani nei quali si innestano incontri che sembrano riportarci alla periferia dimenticata di CinicoTv, la schiena piegata del bufalo ci ricorda l’invisibile gravità dell’esistenza in un luogo, la Terra dei Fuochi, e la sua vicinanza alla Reggia di Carditello che dista appena 700 metri da due delle più grandi discariche della zona.
Di questa “Reale Tenuta” Tommaso Cestrone è stato custode per tre anni fino alla morte sopraggiunta improvvisamente il giorno di Natale del 2013. Ma a differenza di Pulcinella e Sarchiapone, personaggi di finzione e di astrazione, la vicenda di Tommaso non può essere letta al di fuori del contesto in cui è avvenuta. Ogni suo passo nelle stanze spogliate divide l’immagine in tasselli di pietas che solo incastrati con cura certosina possono restituire la densità dell’abbandono, la linea di demarcazione fra un prima e un dopo e l’incertezza di un futuro che Tommaso ha spinto con tutte le forze in direzione ostinata e contraria. In equilibro sopra il baratro della nuda realtà, ci aggrappiamo alle immagini di un cinema che pensavamo impossibile, in cui i personaggi si innestano nel paesaggio ma senza mai sovrastarlo, mettendosi al suo servizio, per confondersi e al tempo stesso emergere nelle trame di un quadro che ha i colori di Friedrich e l’anima di Werner Herzog.
Bella e perduta [Italia 2015] REGIA Pietro Marcello.
CAST Tommaso Cestrone, Sergio Vitolo, Gesuino Pittalis, Elio Germano (voce).
SCENEGGIATURA Maurizio Braucci, Pietro Marcello. FOTOGRAFIA Pietro Marcello, Salvatore Landi. MUSICHE Marco Messina, Sasha Ricci.
Drammatico/Documentario, durata 87 minuti.