Fantasmi e reminiscenze
Una città fantasma accoglie lungo le sue strade personaggi in cerca delle loro vite, impegnati a rincorrere fantasmi e sogni, senza accorgersi che un pericolo più importante si aggira intorno a loro.
Girato in bianco e nero, con un equilibrio sonoro che centellina dialoghi e musica (rumori, soprattutto), A Girl Walks Home Alone at Night di Ana Lily Amirpour unisce la tendenza intellettuale di Baumbach a un afflato che ricorda quasi Jarmusch, trasportandolo verso un filone di genere che prende spunto e si spinge oltre Solo gli amanti sopravvivono, film “a base di vampiri” del regista-vate statunitense. La narrazione procede inesorabile, con i personaggi che si muovono sempre con la ferma intenzione di raggiungere un obiettivo, salvo poi venire interrotti da eventi straordinari, nella fattispecie l’incontro con l’affascinante assassina. Questo alternarsi di tempo vitale che scorre, di quotidianità ritmata e fluida che si scontra con improvvisi cambiamenti di rotta porta alla mente molte possibili speculazioni anche sociopolitiche riguardo alla realtà da cui parte la regista, la quale decide di trovare il proprio baricentro artistico nelle sue radici iraniane, piuttosto che nella sua nazionalità statunitense. Lo scontro culturale è lasciato dunque fuori dal discorso filmico più esplicito, rendendolo invece leggibile in controluce come in una sorta di caleidoscopio che permette di interpretare le stesse immagini sotto più angolazioni. Il bene e il male mescolano i loro confini e mettono bene in evidenza quanto stereotipi e pregiudizi provenienti da più lati condizionino i giudizi, minando la fiducia riposta nello stesso arbitrio umano. L’inesorabilità del destino, così come quello della misteriosa figura con il chador, trasporta ognuno a perseguire certi obiettivi facendo dimenticare le vere pulsioni umane: di questo la vampira diventa un emblema, il simbolo di una perdita di orientamento e di certezze che caratterizza ognuno nella propria individualità, ma che ci accomuna nella sua entità ontologica e che rende difficile l’onesta comunicazione con se stessi ancor prima che con gli altri. Misura e coscienza del sé artistico permettono alla regista di comporre un film estremamente misurato ma dai contenuti esplosivi, una volta sollevata la densa superficie estetica, curata e dettagliata in maniera impeccabile. Sono passati quasi tre anni dalla realizzazione di questo film e dalla sua presentazione al Sundance Film Festival e cinque dalla realizzazione del cortometraggio originario e finalmente A Girl Walks Home Alone at Night arriva anche nelle sale italiane, decretando il successo di Amirpour nella realizzazione di un film intellettuale e di genere, profondo ed estetico allo stesso momento.
A Girl Walks Home Alone at Night [Dokhtari dar šab tanhâ be xâne miravad, USA 2014] REGIA Ana Lily Amirpour.
CON Sheila Vand, Arash Marandi, Marshall Manesh, Mozhan Marnò, Dominic Rains.
SCENEGGIATURA Ana Lily Amirpour. FOTOGRAFIA Lyle Vincent. MUSICHE Johnny Jewel.
Horror, durata 104 minuti.
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