Dove gli occhi non guardano
Jay Swan è un pesce fuor d’acqua. Detective australiano, di origine aborigena, torna al suo paese dopo anni di lontananza. Lo attendono l’ostilità dei colleghi, la diffidenza della sua gente e una ragazzina aborigena dilaniata da un cane. Sulla sua morte, Jay è l’unico che vuol fare luce e per riuscirci deve scontrarsi contro un muro di orrori e omertà.
Non è la prima volta che Ivan Sen, regista a sua volta indigeno, porta sullo schermo le contraddizioni dell’Australia. In Mystery Road lo fa con un thriller atipico, dilatato nei ritmi rassegnati della periferia e coperto dalla polvere rossa dell’outback. Il suo protagonista è un outsider al quadrato. Lo è per i bianchi di origine inglese, crogiolati nel razzismo neanche troppo latente di una comoda indifferenza. Ma lo è anche per gli altri nativi, rassegnati al degrado di un’esistenza misera e di uno squallido disincanto. Penetrare la coltre spessa di travagli e nevrosi si traduce allora in un susseguirsi di porte chiuse, mascelle contratte e sguardi d’accusa. Un mondo inaccessibile e sfuggente che elude la comprensione come l’inquadratura. Gli indizi restano nel fuori campo, i volti si spezzano nei limiti del quadro, la macchina da presa misura vuoti e distanze senza poterle colmare con gesti compiuti. La regia di Sen è insolita e spiazzante, senza per questo compiacersene mai. Semplicemente, lo sguardo ricalca la condizione di una realtà invisibile, quella che resta ai margini del senso comune, quella che la “civiltà” ha relegato al rimosso. Perché è crudele e dolorosa e, soprattutto, riguarda le sue vittime. Non c’è affettazione nel lasciarla illeggibile, perché non si può ridurre l’irrazionale a un conciliante disegno d’insieme. In questa scelta di frammentazione c’è una denuncia più acuta e ficcante di qualsiasi tesi ostentata. Ma c’è anche la restituzione della frustrazione del protagonista, della difficoltà di ricomporre i pezzi di un puzzle che si mostra via via più aberrante. A far da sfondo ai suoi tentavi, la desolante routine della città, con gli adulti contratti in microcosmi meschini, ciascuno avvilito dalle proprie ossessioni, e i bambini dispersi in giri di droga e prostituzione. Una realtà paradossalmente sotto gli occhi di tutti, letteralmente abbagliata dalla luce del sole dell’entroterra. Eppure ignorata, nel migliore dei casi, o brutalmente messa a tacere. È l’Australia ma potrebbe essere molto più vicino.
Mystery Road [id., Australia 2013] REGIA Ivan Sen.
CAST Aaron Pedersen, Hugo Weaving, Jack Thompson, Ryan Kwanten, Tasma Walton.
SCENEGGIATURA Ivan Sen. FOTOGRAFIA Ivan Sen. MUSICHE Ivan Sen.
Drammatico/Thriller, durata 118 minuti.