Il mistero del nulla
Quattro astronauti vengono scelti per simulare una futura missione spaziale in un lontano pianeta e testare così gli effetti psicologici che potrebbero subire nei 400 giorni di viaggio. Lontani da casa e rinchiusi in una navicella, vedranno il loro stato mentale cambiare nel tempo e perdere sempre di più il contatto con il mondo esterno.
Un giorno, però, sono costretti ad uscire all’aperto, e quello che scoprono potrebbe rivelare alcuni segreti tenuti nascosti durante la preparazione della simulazione. 400 Days è un film indipendente americano inedito in Italia, diretto da Matt Osterman e passato pressoché inosservato in molti altri Paesi. Il motivo? L’inutilità dello stesso. È sempre difficile ammettere quando un’opera abbia più difetti che pregi, ma è anche altrettanto sbagliato difenderla a prescindere. Così 400 Days si perde nella sua stessa idea, tra fantascienza e thriller, senza una linea narrativa forte da sopperire ai forti limiti di fondo. Nonostante un inizio promettente, il film si annulla con il passare dei minuti, senza riuscire a trovare una soluzione efficace ed innovativa ad un tema già scandagliato nel corso degli anni grazie a tanti capolavori del genere. La simulazione, infatti, assume subito le sembianze di una sfida psichica e fisica non indifferente, in cui la competizione cresce di giorno in giorno, mettendo a dura prova la sanità mentale dei quattro astronauti. Tre uomini e una donna che vedono la loro vita privata sfuggire di mano, tra visioni, rimpianti e delusioni amorose, tanto da rompere i già precari equilibri. Quando, poi, uno sconosciuto, in stile zombie, riesce ad entrare nella navicella, la situazione degenera, in tutti i sensi. Senza scomodare gli ultimi titoli di fantascienza visti recentemente al cinema, 400 Days non solo non riesce a dire niente di nuovo, ma quel poco su cui avrebbe potuto contare viene pesantemente condizionato da una sceneggiatura debole e senza nessun appiglio valido. Il finale senza senso poi non fa che confermare quanto il film abbia veramente pochi motivi per essere visto e seguito seriamente per tutta la sua durata. L’unica ragione, ma forse la più ininfluente, è che dura “solamente” 90 minuti. A voi il rischio.
400 Days [id., USA 2015] REGIA Matt Osterman.
CAST Brandon Routh, Caity Lotz, Ben Feldman, Dane Cook.
SCENEGGIATURA Matt Osterman. FOTOGRAFIA Bo Hakala. MUSICHE Wojciech Golczewski, Sean McMahon.
Fantascienza, durata 90 minuti.