Basta avere pazienza
Che cosa precisamente significhi il detto “l’amore non ha confini” può essere spiegato da Patience, ritorno dopo sei anni d’inattività editoriale di Daniel Clowes. Il protagonista, Jack Barlow, è infatti disposto a viaggiare nel tempo pur di salvare la sua amata (la Patience del titolo), trovata un giorno uccisa, in modo da evitare l’assassinio e salvare lei e il bimbo che aveva in grembo.
Così, la graphic novel si svolge tra il 2012 (il presente), il 2029, il 2006 e il 1985, le tappe di un “viaggio tra distorsioni temporali verso l’infinito primordiale dell’amore eterno”, come recita la copertina italiana. Il contesto “fantascientifico” dei viaggi nel tempo e delle connessioni tra epoche diverse è un aspetto ovviamente fondamentale, ma allo stesso tempo quasi secondario della narrazione, strumentale alle tematiche più tipiche dell’autore (ricordiamolo, in Italia non particolarmente conosciuto al di fuori della nicchia di appassionati ed esperti, mentre negli USA è considerato tra i più importanti fumettisti degli ultimi trent’anni), l’incontro cioè tra due solitudini e la centralità di personaggi in qualche modo disagiati, scoraggiati o disillusi, impauriti e in qualche modo un po’ fuori sincrono; come fossero dei Peanuts cresciuti non solo anagraficamente, ma anche nelle loro nevrosi e problematiche, definitivamente e irrimediabilmente esplose con l’età adulta. Lo straniamento interiore dei personaggi è del resto reso da un tratto che è allo stesso tempo semplice ed irreale, non alla ricerca del virtuosismo ma ad ogni modo straniante. Un tratto molto chiaro, netto e ben delineato, ma che mai dà l’impressione di essere un esercizio di realismo grafico (quello, per intenderci, di molto fumetto classico, o di molte strisce, tra cui proprio i Peanuts). Grande attenzione è data ai primi piani, ai volti, in particolare a quello ricorrente ed ossessivo di Patience, esaltati nel loro complesso e nei particolari anche a costo di mettere in secondo piano altri aspetti importanti (spesso le parole pronunciate dai personaggi sono “tagliate” dal limite delle vignette). Il comparto grafico è quindi virtuoso ma non virtuosistico e accompagna perfettamente sia le condizioni dei due personaggi sia il senso di straniamento e di vaga inquietudine e minaccia che pervade l’opera. È anche un disegno molto ritmato, spesso quasi cinematografico (il campo-controcampo con cui il racconto si apre, o ancora il sagace uso dei primi piani), perfetto anche per far scorrere un racconto assolutamente lineare e avvolgente. Così, Patience si pone già come una delle graphic novel più interessanti e riuscite dell’anno, cupa e amara nonostante non finisca in dramma, dolce e gentile nonostante le sofferenze raccontate.
Patience [id., USA 2016] TESTI e DISEGNI Daniel Clowes.
EDITORE BAO Publishing.
Graphic novel, 178 pagine, 25 euro.
Pingback: La Top Ten Mediacritica 2016 - Mediacritica – Un progetto di critica cinematografica