Chiacchiere da bar
Comparsa a fine gennaio 2016 sul sito web di Louis C. K., senza alcun annuncio pubblicitario o campagna promozionale a precederla, conclusa altrettanto improvvisamente perché il numero degli episodi complessivi non era noto, Horace and Pete è il punto d’arrivo, e potenzialmente di rilancio, di una figura chiave dell’intrattenimento americano degli ultimi anni.
Dopo l’ultima stagione di Louie, lo stand-up comedian noto al pubblico e alla critica per la grandissima iniziativa personale che lo vede scrivere, dirigere, interpretare, montare e produrre il proprio lavoro per la televisione, spiazza le attese sul tempo e con un gesto creativo semplicemente complesso propone al pubblico una serie abitata da più tensioni e, potremmo dire, più epoche, che definire comica suonerebbe banale o, addirittura, impreciso. Horace and Pete, storia di due proprietari di un bar e della loro clientela fissa o occasionale, adotta lo schema della sit-com di lunga tradizione, ne esaspera provocatoriamente i caratteri teatrali e condensa il tutto entro un’implacabile regia multicamera che − altro grande motivo di interesse per il prodotto − ha permesso all’autore di girare la serie in tempo reale, uscendo sul web a una settimana dal primo ciak. Questa dimensione di istantaneità, in piena corsa ai voti per le candidature alla presidenza degli Stati Uniti, in contatto diretto o direttissimo con l’attualità americana, miscelata a un linguaggio e a una direzione degli interpreti verosimilmente in controtendenza al trend televisivo, fanno di Horace and Pete un contenitore alieno, tanto sul piano produttivo quanto su quello processuale di forma e contenuti, probabilmente in linea con la personalità di C. K. più di quanto fosse lecito supporre per i suoi precedenti lavori. Per questo, di fronte alle situazioni di Horace and Pete, di fronte al vuoto pneumatico dei silenzi che abitano il bar, presto sconquassati dal bisogno ingombrante di parola, ferocemente traditi dal dibattito sul giusto e sullo sbagliato, dall’improvvido istinto di ciascuno ad argomentare di politica, sessualità, discriminazioni e via dicendo, lo spettatore ha la sensazione che, pur nell’impianto scricchiolante di un quasi-palcoscenico, la realtà fuori dalla finzione trovi lo spazio per filtrare e pervadere la scena. Superfluo sottolineare le prove sottili di un cast di prim’ordine. La mente piuttosto vaga dentro le inquadrature, percependo gli echi del Lynch di Rabbits, l’indolenza poetica dei personaggi di Jim Jarmusch, la verbosità del migliore Woody Allen. Che Louie C. K. fosse un testimone del proprio tempo, al pari di questi maestri, è cosa ormai nota.
Horace and Pete [id., USA 2016] IDEATORE Louis C. K.
CAST Louis C. K., Steve Buscemi, Alan Alda, Steven Wright, Jessica Lange.
SCENEGGIATURA Louis C. K.
Sitcom, durata 30-60 minuti (episodio), stagione 1.